Tutto era cominciato molto tempo prima. Un giorno, infatti, gli abitanti di Felik avevano scoperto una bambina sul fondo di un crepaccio del Monte Rosa. Era ferita e svenuta. "Poverina!", avevano esclamato e non avevano esitato un attimo a calarsi nello stretto e profondo crepaccio e, dopo tanti tentativi, riuscirono a salvarla. Per giorni e giorni, tutta la gente di Felik l'aveva curata con grande affetto e quando, finalmente, la bambina tornò a sorridere fecero una grande festa.
"Come ti chiami? Dove vive la tua mamma?" erano state le domande che le avevano fatto appena lei aveva riaperto i bellissimi occhi scuri. Ed era stato così che tutti, con grande meraviglia, avevano scoperto di trovarsi di fronte a una fata.
Già, Bianca - questo era il suo nome - era proprio una fata. Si era trasformata in bambina, si era fatta trovare svenuta e ferita in fondo al crepaccio per mettere alla prova gli abitanti di Felik, il villaggio sul Monte Rosa. E, dopo aver scoperto quanto fosse buona quella gente, aveva voluto fare a tutti un regalo.
"Voi vivrete in eterno", aveva detto Bianca alzando una mano al cielo, "non invecchierete mai. Questo è il mio premio, ve lo siete meritato... ma, attenti, vi pongo una condizione: dovete sempre essere buoni come ora. Altrimenti, tutto finirà e si abbatterà su di voi un terribile flagello".
A tutto ci si abitua. Anche agli incantesimi delle fate. Era così accaduto che, dopo tanti e tanti anni da quando Bianca aveva pronunciato quelle parole, gli abitanti di Felik avevano cominciato a cambiare. Era accaduto che erano diventati un po' sospettosi, egoisti, invidiosi gli uni degli altri. Insomma, nel villaggio non c'era più l'atmosfera gioiosa di un tempo e ogni giorno ciascuno si scopriva meno buono di quello precedente.
Bianca decise allora di mettere ancora alla prova gli abitanti di Felik. Trasformatasi in un vecchietto stanco e affamato, la fata tornò al villaggio. Per un giorno intero bussò alla porta di tutte le case chiedendo un po' di cibo e un letto per riposare. Ma tutti la respinsero. Nessuno le dette aiuto. E quando la gente di Felik scoprì che il vecchietto era la fata era ormai troppo tardi.
"Ve l'avevo detto", tuonò Bianca. "Non avete mantenuto la promessa. Subirete il mio castigo".
Aveva appena pronunciato queste parole che dal cielo cominciò a cadere la neve. Nevicò per giorni e giorni e, alla fine, del villaggio non c'era più traccia. Al suo posto, c'era ormai soltanto il manto gelido e lucente di un grande ghiacciaio: il ghiacciaio del Felik sul Monte Rosa.
E gli abitanti del villaggio? Sono tutti vivi, là sotto. Narra la leggenda che soltanto quando i loro cuori torneranno a essere riscaldati dalla bontà il ghiacciaio del Felik tornerà a essere un ridente villaggio d'alta montagna.
Luciano Simonelli (Corriere dei Piccoli n.34 - 1981)
Cara Vale, ci si spera sempre!Sono contentissima che ti sia piaciuta, l'ho "salvata" da un vecchio numero del Corriere dei Piccoli... All'epoca venivano pubblicate queste bellissime leggende e secondo me erano scritte davvero bene, specie per il pubblico a cui erano rivolte! Ti abbraccio forte!
RispondiEliminaTramandare fiabe, leggende, racconti è una spendida cosa, purtroppo se ne leggono sempre meno.
RispondiEliminaBuona serata.
Ciao Est! Per un qualche motivo vedo solo adesso i commenti a questo mio post, ma prima non mi apparivano proprio! Non so che cosa sia successo ma ogni tanto mi capita! Ti ringrazio di essere passata e di aver lasciato un commento da queste parti ^_^
EliminaBella la leggenda, ma temo che nevicherà ancora molto prima che riusciremo a cambiare rotta
RispondiElimina... E con 'sti chiari di luna poi, visto che di neve ne viene ben poca!! In ritardo causa Blogspot che non mi mostrava i commenti ma come vedi ho risposto anche a te ahhaha! Un abbraccio Alberto!!
Eliminachissà quanti piccoli lettori del Corriere ci avranno anche creduto a questa favola... mi hai ricordato la leggenda di RoccaSparviera tutt'altro che a lieto fine, ma molto credibile. Sarà che al fine infausto è più facile credere...
RispondiEliminaCiao Pier, visto che solo oggi vedo questi commenti (che si son sbloccati da soli dopo aver ricevuto gli ultimi... Misteri della tecnologia) approfitto per ringraziarti di avermi scritto! Sono certa che anche io, se avessi letto da piccola quel numero del Corriere, ci avrei creduto eccome! La mia passione per le leggende nasce praticamente assieme a me :D Non conosco la leggenda di Rocca Sparviera, proverò a cercare qualcosa online... Grazie per la dritta!
Eliminabellissima storia... scalda il cuore.
RispondiEliminaElisa
Ciao Elisa, un po' in ritardo a causa della tecnologia avversa ma vedo finalmente anche il tuo commento! Ti ringrazio per averla apprezzata, spero che tornerai a trovarmi sui miei blog, perchè ho ancora molte molte cose interessanti di cui parlare! Un abbraccio e a presto :)
Elimina... chissà, magari gli ultimi cambiamenti climatici scioglieranno cuori e ghiacciaio ...
RispondiEliminaSperiamo che sciolgano solo i cuori, chè con i ghiacciai sennò siamo spacciati! Un abbraccione Semola!
EliminaIl dar le cose per scontate e acquisite porta spesso ad adagiarsi sugli allori. Peggio ancora quando ci rende indifferenti verso il prossimo. Un salutone a te e a presto.
RispondiEliminaCiao Fabio! Una cosa che non sopporto nemmeno io sono le persone che danno tutto per scontato... Penso che non esista presunzione più grande di questa. A prestissimo!
EliminaChe bella leggenda, dal finale triste! Io leggevo sempre il Corriere dei piccoli da ragazzina. Li avevo tenuti tutti, ma poi, dopo tanto tempo, erano finiti al macero. Troppa carta, troppi libri, non mi stava più niente in casa! Ma nel 1081 non lo leggevo più da tempo, quindi non ricordo questa storia. Troppa fortuna fa diventare le persone aride ed egoiste, evidentemente!
RispondiEliminaUn saluto dalla provincia di Cuneo!
Anche a me non sta più nulla in casa, nonostante ciò io e il mio moroso siamo accumulatori seriali di tutto ciò che è stampato! Credo che sia dovuto al fatto che, come è successo a te, tutto il nostro "patrimonio" cartaceo sia o finito al macero o regalato a qualcun altro.
EliminaGrazie mille per essere passata anche su queste pagine, un abbraccio!
Una leyenda fantástica, que viene bien a todos las personas, hay que seguir siendo bondadosos y amarnos si queremos dar sentido a nuestras vidas
RispondiEliminaMe ha gustado mucho leer esta leyenda
Un abrazo
Hola Stella, muchisimas gracias por tu comentario! Si te gustan las leyendas en este blog hay muchisimas cosas a leer: la mayoria de las leyendas que tu puedes encuentrar aqui son el resultados de mi propria investigacion... Otras cosas llegan de libros o revistas antiguas. Un abrazo desde Italia y hasta pronto!
EliminaCiao Miryam, molto interessante questa leggenda valdostana, leggo sempre con piacere i racconti fantastici che la gente del posto un tempo tramandava oralmente. Il finale è triste, ma lascia uno spiraglio di speranza, speriamo proprio che a Felik e ovunque nel mondo prevalga la bontà. A presto!
RispondiEliminaCiao Ninfa! Beh la speranza che fa capolino da quel piccolo spiraglio è la stessa che abbiamo in parecchie persone, peccato che non tutti la pensino allo stesso modo... Altrimenti certe cose orrende non esisterebbero punto!
EliminaIn fondo... siamo tutti abitanti di Felik.
Un abbraccio e a presto!
10 gennaio 2022?
RispondiEliminaciao
Eh sì, ero rimasta un po' indietro con questo blog... Non ho più avuto tempo per fare le mie ricerche! Ma adesso sono di nuovo in pista, quindi tra questo e l'altro blog spero di rivederti :D A presto!!
EliminaSai che io ne avevo tantissimi degli anni 80 e 90? Purtroppo poi crescendo, i miei li hanno tutti regalati... E non sai quanto mi mangi le mani per questo, erano un bel patrimonio affettivo per me! Ogni tanto ne vedo qualcuno ai mercatini... Per fortuna online se ne trovano parecchi scannerizzati sul sito della Wayback machine!
RispondiEliminaSe trovi qualche vecchio numero mandami qualche foto *_*
Eh sì, gli anziani quando iniziano a raccontare sono favolosi... La mia nonna non conosceva leggende, ma alcune favole sì... e me le ricordo come se fosse oggi. Magari un giorno andremo a caccia di leggende assieme. Sarebbe bellissimo! Grazie a te Vale!