sabato 12 settembre 2015

Giuan dla' Mota

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Dovete sapere che una volta, tanto tempo fa, viveva alla Motta una famiglia di bovari, buona gente che viveva poveramente del proprio lavoro. Avevano dodici figli e il maggiore si chiamava Giuan. Giuan, le  sere del martedi, giovedì e domenica, andava a trovare la sua fidanzata, una ragazza che viveva ai Bait, e che pensava  di poter portare presto all'altare. Una sera, mentre andava a casa, passando davanti al cimitero, incontrò un uomo vestito di tutto punto: indossava mantello, cappello e bastone.
"Buona sera, Giuan, dove stai andando?"
"Io sto andando a casa... Ma Voi chi siete? Non Vi conosco..."
"Io invece ti conosco bene, e siccome ti conosco e so che sei un brav'uomo, voglio mostrarti una cosa.. Vieni con me..."
"Con Voi? ma dove volete portarmi? Domani mattina mi devo svegliare presto per portar fuori il letame..."
"Facciamo presto, è qui vicino... Ci metteremo dieci minuti... Vieni!"
E così il nostro Giuan seguì quest'uomo, il quale s'avviò verso un crocevia che si trovava più avanti, e proprio là nel mezzo prese un anello ed aprì una botola: lì c'era una scala che scendeva...
"Seguimi", disse l'uomo. Prese un lume ad olio acceso che si trovava attaccato al muro ed inizio a scendere... giù... giù... giù... E a Giuan pareva che la scala non finisse mai...
Una volta scesi trovarono un corridoio lungo, talmente lungo che pareva non finire mai. Di qua e di là si trovavano altri corridoi, mentre alle pareti si trovavano lumi ad olio come quella che teneva in mano l'uomo. Alcuni erano pieni, altri mezzi vuoti e altri che erano vuoti del tutto e spenti.
"Ma cosa sono tutti quei lumi che stanno qui attaccati?" domandò Giuan.
"Quelle sono le anime delle persone che stanno sulla terra... Finchè c'è olio dentro significa che la persona è in vita, quando l'olio termina quella persona muore...."
E mentre parlavano camminavano al centro del corridoio.
"Senti... Ma fammi vedere il mio lume...."
"Certo... Vieni con me... Ecco, quello è il tuo lumino!"
"Ma... E' quasi finito! Non posso aggiungere un po' d'olio?"
"Certo! Qui c'è la bottiglia dell'olio. Aggiungine fin che ne vuoi..."
E Giuan non se lo fece dire due volte. Prese la bottiglia e riempì il suo lume fino all'orlo.
Fatto ciò, i due continuarono a camminare per il corridoio, finchè ad un certo punto Giuan disse: "Mi sembra d'aver visto passare mia madre..." E dopo, di nuovo: "Mi sembra di aver visto mio padre passare di là... Ed ora mi sembra che sia passata mia sorellla... E la mia fidanzata..."
"Sarà l'ombra del lume che ti fa vedere cose che non ci sono..."
"Però ora è giunto il momento che io vada davvero a casa. Domani mattina tocca a me andare a spalare il letame!"
"Va bene, vai... Io quello che volevo farti vedere te l'ho già mostrato!"
E così accompagnò Giuan di nuovo all'aria aperta. "Arrivederci, Giuan! Non sarà presto, ma ci rivedremo!"
Giovanni si ritrovò fuori dalla botola e vide che già s'era fatto giorno. "Accidenti! Non mi sembrava d'esser rimasto così tanto tempo là sotto!"
Arrivò a casa e tentò d'aprire la porta, ma questa non s'apriva. "Scommetto che mia madre ha chiuso con il catenaccio. Mamma! Mamma! Aprimi, sono Giuan!"
Allora una donna s'affacciò alla finestra, chiedendo "Ma Voi chi siete? Cosa volete?"
"Ma come chi sono? Chi siete Voi, piuttosto!"
"Oh, povera me, questo è pazzo. Io vivo qui! Sono vent'anni che vivo qui!"
"Ma che dice, signora? E' matta? Qui ci vivo io! Sono Giuan dla' Mota..."
"Oh, mio Dio... Signore, venite in casa che Vi cuocio un ovetto... E intanto mi raccontate che cosa V'è capitato..."
Giuan entrò in casa e vide che tutto, là dentro, era cambiato. I mobili ed il camino erano nuovi, e le pareti del ripostiglio erano state ridipinte. Mentre la donna gli preparava l'uovo, Giuan le raccontò ciò che gli era accaduto.
"Ma sapete, Giuan, che ora che mi dite queste cose, mi sono ricordata di una storia che mi raccontava mia nonna... Il figlio di una famiglia che viveva qui, una sera andò dalla sua fidanzata e non tornò mai più a casa... Sua madre morì di crepacuore e di lì a poco anche il padre. La fidanzata si sposò con un altro uomo e andarono a vivere altrove, ma morì di parto..."
Giuan non riusciva a credere a cio' che stava sentendo. Era impossibile, lui era rimasto laggiù solamente mezz'ora.
"Sapete cosa faremo? Andremo dal prete, lui si che sicuramente vi saprà dire qualcosa!"
E così si recarono dal parroco il quale, dopo aver ascoltato la storia di Giuan, gli disse: "Caro Giuan, tu hai incontrato il diavolo! Ti ha portato sotto terra, dove si trovano le anime, e laggiù il tempo è più corto che sulla terra... Mezz'ora là equivale a cent'anni quissù!"
"E come mai,  allora, se sono trascorsi cent'anni, io non sono morto?"
"Eh, giovanotto... Hai voluto riempire per bene il tuo lumino!"
Giuan visse altri trent'anni, si sposò ed ebbe dei figli, ma non si dimenticò mai quell'avventura, e soprattutto non passò mai più davanti al cimitero di notte...

Raccontata da Monica M. Rossi
Traduzione dal dialetto ferrarese di Monica Taddia

Immagine: Crossroads - Lizi Beard-Ward

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