Per questo articoletto vorrei
ringraziare di cuore Valmen Orsoni (classe 1949), una persona squisita che si è resa
disponibile a raccontarmi alcune delle tradizioni, ormai andate quasi
del tutto perse, della città di Ferrara nella seconda metà del Novecento.
Ti
racconterò delle vecchie
tradizioni di quando non c'erano denari e ci si divertiva con poco.
Il giorno di Pasqua i maschi ( le femmine dovevano lavorare in casa )
dopo la Santa Messa, tiravano fuori di tasca il loro uovo sodo,
simbolo di prosperità, e lo "scuzzonavano": chi era + abile a
colpire
nel punto giusto quello dell' avversario si prendeva l' uovo, mentre
l'
ultimo a cui restava intatto vinceva il montepremi. D' inverno, invece,
gli uomini adulti si tassavano e compravano un animale, di solito un
coniglio, un gallo o una gallina,e facevano gare di carte per
moltissime sere, una volta a settimana, in casa di qualcuno (così
non dovevano consumare come avrebbero dovuto fare al bar). Giocavano
" a bestia", un gioco molto semplice dal momento che la maggioranza
di loro non
sapeva leggere. In questi momenti, a
volte, le donne ed i bambini giocavano a "petrangola", però senza
posta perché le donne non dovevano " prendere il vizio " del gioco.
Foto © Monica Taddia - Via delle Volte, Ferrara
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