mercoledì 1 luglio 2015

Giochi e tradizioni ferraresi negli anni Cinquanta

Per questo articoletto vorrei ringraziare di cuore Valmen Orsoni (classe 1949), una persona squisita che si è resa disponibile a raccontarmi alcune delle tradizioni, ormai andate quasi del tutto perse, della città di Ferrara nella seconda metà del Novecento.
Ti racconterò delle vecchie tradizioni di quando non c'erano denari e ci si divertiva con poco. Il giorno di Pasqua i maschi ( le femmine dovevano lavorare in casa ) dopo la Santa Messa, tiravano fuori di tasca il loro uovo sodo, simbolo di prosperità, e lo "scuzzonavano": chi era + abile a colpire nel punto giusto quello dell' avversario si prendeva l' uovo, mentre l' ultimo a cui restava intatto vinceva il montepremi. D' inverno, invece, gli uomini adulti si tassavano e compravano un animale, di solito un coniglio, un gallo o una gallina,e facevano gare di carte per moltissime sere, una volta a settimana, in casa di qualcuno (così non dovevano consumare come avrebbero dovuto fare al bar). Giocavano " a bestia", un gioco molto semplice dal momento che la maggioranza di loro non sapeva leggere.  In questi momenti, a volte, le donne ed i bambini giocavano a "petrangola",  però senza posta perché le donne non dovevano " prendere il vizio " del gioco.

Foto © Monica Taddia - Via delle Volte, Ferrara

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