mercoledì 1 aprile 2015

La vera storia di Lucida Mansi


Lucida Samminati, questo il suo vero nome, nacque da una famiglia di nobili lucchesi nei primi anni del Seicento, probabilmente nel 1606. Secondo voci popolari, i suoi dati anagrafici sarebbero stati cancellati in maniera definitiva dagli atti di nascita con scure e profonde macchie d'inchiostro in seguito alla sua morte, di modo che non s'avesse più traccia di lei e della sua indegna condotta. 

Di lei i contemporanei dicevano fosse  “bella ma capricciosa e che dopo la morte fece molto parlare di sè…”
Giovanissima, sposò Vincenzo Diversi il quale, non molto tempo dopo, venne ucciso a causa di una lite dovuta alla contesa di confini di un terreno. 
In seguito a questo sfortunato matrimonio, convolò a nuove e chiacchierate nozze con il ricchissimo e maturo commerciante di seta Gaspare di Nicolao Mansi. Si trasferì quindi a Villa Mansi, sita a Segromigno in Monte (Lucca). La notevole differenza d'età tra i due, unita alla bellezza di Lucida, contribuì a far sorgere pettegolezzi e ad inasprire le malelingue. Non a torto. 
Consolidando la propria vanità grazie alle notevoli somme di denaro possedute dal marito, la giovane fece ricoprire di specchi un'intera sala della villa, in modo da potersi rimirare ad ogni istante. Pare possedesse addirittura uno specchio nascosto all'interno della propria Bibbia personale, in modo da guardare, compiaciuta, la propria immagine anche nei momenti di preghiera.
Organizzò numerosi banchetti e lussuose feste alle quali iniziò a conoscere (ed invitare, in un secondo momento) giovani e bellissimi uomini con i quali, puntualmente, tradiva il marito. Era proprio il tradimento a renderla ancor più sicura di sè e, se possibile, ancor più vanesia di quanto già fosse. 
Secondo la leggenda, però, alla sedicente nobildonna tutto questo non bastava: essa avrebbe infatti ucciso i propri amanti dopo aver usufruito dei loro piaceri, facendoli cadere nelle botole della villa, irte di lame affilate e mortali. Una di queste botole infernali si troverebbe sotto il pavimento d'una delle staze del Castello di Catureglio, presso Borgo a Mozzano, sempre di proprietà dei Mansi. 
Fu alla morte del marito che Lucida iniziò a temere d'invecchiare e perdere, conseguentemente, la propria bellezza: quando notò le  prime rughe apparirle sul volto decise fosse giunto il momento di patteggiare con il diavolo. A lui avrebbe affidato la propria anima in cambio dell'eterna beltà. E così fu. Il tempo trascorse velocemente, tra piaceri e dissolutezza fin quando, allo scadere del termine temporale prestabilito, il diavolo in persona si presentò al cospetto di lei per reclamarne l'anima. La donna, spaventata, fuggì nel tentativo di raggiungere la Torre delle ore di Lucca e fermarne le lancette in modo da annullare quel patto maledetto. Invano. Il diavolo la raggiunse e la costrinse a salire con lui sul proprio carro di fuoco, trascinandola lungo tutto il perimetro delle mura della città di Lucca per poi gettarsi a capofitto nel laghetto dell'Orto Botanico. Chi, tutt'ora, immergesse il capo nelle acque del lago, potrebbe essere abbastanza fortunato da vedere il volto della donna adagiata, dormiente, sul fondo. Nelle notti di luna piena, sarebbe possibile vederne i tratti riflessi sulle acque, senza dovervisi immergere. A volte, invece, sarebbero i suoi sospiri ad essere ben udibili in quel luogo.
Questa parte della leggenda, tuttavia, è imprecisa: tale laghetto artficiale fu costruito solamente nel XIX secolo in un terreno che, in passato, sarebbe stato il luogo di sepoltura di appestati, giustiziati ed eretici.
La versione più veritiera, sempre se di veritiero sia possibile parlare, vedrebbe una fine differente per la povera Lucida la quale, rapita dal diavolo, sarebbe sprofondata sì assieme a lui negli inferi, ma passandovi direttamente da una voragine apertasi nella Camera degli Sposi di Villa Mansi. A testimonianza di ciò, quel pertugio esiste sul serio: per diverso tempo si dice sia stato impossibile riuscire a ripararlo. E' tutt'ora ben visibile, per chi volesse visitare il luogo, anche se una meno prosaica versione (ma non per questo meno pittoresca) lo descrive come il luogo in cui presenziava una delle botole nelle quali Lucida gettava i propri amanti.
Sempre all'interno di questa camera, di fianco ad uno specchio, è appeso quello che viene indicato come un antico ritratto di Lucida Mansi.
Il fantasma della donna vagherebbe all'interno di Villa Mansi o presso un'altra residenza, sita in località Monsagrati, altro luogo in cui era solita incontrarsi con gli amanti per poi ucciderli.
Alcuni abitanti del luogo sono certi di averla vista alla guida d'una carrozza infuocata, completamente nuda, correre lungo la cinta muraria di Lucca, per poi andarsi a gettare all'interno del laghetto dell'Orto Botanico.
Il fantasma s'aggirerebbe, in ogni caso, per tutti i luoghi a cui era legata in vita, compreso il greto del Sana, in Garfagnana. Molti degli uomini che avrebbero avuto occasione d'incontrarlo, se ne sarebbero innamorati a tal punto da giungere alla pazzia.  
In realtà, secondo gli atti, Lucida morì di peste il 12 febbraio 1649 e venne sepolta nella tomba di famiglia all'interno della Chiesa dei Cappuccini in via Elisa che, ora, non esiste più. Il marito, invece, nonostante l'età avanzata, le sopravvisse per molti anni e la raggiunse, poi, nella cappella all'interno della già citata chiesa. 

La storia di Lucida viene ricordata ogni anno nella manifestazione che viene celebrata il 31 ottobre a Borgo a Mozzano (LU). La compagnia dell' "Anonima Teatranti" ne ripercorre le vicende con una rappresentazione che prende il via da Piazza XX Settembre. Un corteo di demoni ed anime percorre l'intero centro storico per poi raggiungere il Ponte del Diavolo, nelle cui acque viene gettata l'anima di Lucida.
Per informazioni più dettagliate: http://www.halloweencelebration.it/

© Monica Taddia
Immagine: Ritratto ideale di Lucida Mansi - Sergio Cammarata

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