martedì 6 maggio 2014

Lucrezia Buonvisi e i fantasmi di Villa Torrigiani


Villa Torrigiani, in passato conosciuta come Villa Buonvisi, si trova a Camigliano nel Comune di Capannori (LU). Lussuosa, circondata da un magnifico parco (nel quale, secondo una voce popolare, è nascosto un tesoro), viene menzionata per la prima volta a fine '500 come appartenente all'antica famiglia dei Buonvisi, una delle più potenti della Repubblica di Lucca. Proprio da Luisa Buonvisi e Vincenzo Malpigli, nel 1572, nacque in questo luogo sfarzoso Lucrezia, figlia destinata a diventare donna di cultura. Proprio per questo motivo trascorse l'infanzia e la fanciullezza a Ferrara, accanto a personaggi d'alto prestigio culturale ed artistico.
Tornata a Lucca dopo diversi anni, la famiglia decise di darla in sposa ad uno dei sette figli di Paolo Buonvisi, come da accordi prcedentemente presi con la casata di Luisa. Tuttavia, dopo aver fissato la data del matrimonio, il promesso sposo muore misteriosamente. Stessa sorte capiterà ad un altro dei figli di Paolo. Finalmente, a 19 anni, Lucrezia sposerà Lelio, nell'agosto del 1591. Il ragazzo, però, non fu esente dalla "maledizione" che colpì i fratelli poichè la sera del primo giugno del 1593, passeggiando con la moglie, venne assalito da ignoti che lo colpirono a morte. 
Immediatamente si sospettò di Massimiliano Arnolfini, amante ferrarese di Lucrezia, che con lei aveva intessuto un rapporto amoroso durante il soggiorno nella città Estense. Anche lui di nobile famiglia, era stato però rifiutato da quella di Lucrezia che non lo aveva ritenuto un partito adatto alla figlia. Nonostante il matrimonio e la lontananza, i due avevano però continuato a scriversi e vedersi di nascosto. 
Dopo aver catturato e torturato alcune persone sospettate, una di loto (Vincenzo da Coreglia) confessò, confermando di essere stato personalmente contattato da Massimilano e instradato sul come e dove uccidere il povero Lelio. Massimiliano fu quindi condannato alla decapitazione e alla confisca dei beni e, in quanto complice, anche Lucrezia avrebbe dovuto essere sottoposta  a cattura. Tuttavia entrambi fuggirono: lui dandosi alla macchia assieme ai suoi bravi, lei rifugiandosi nel convento di Santa Chiara, dove prese i voti e acquisì il nome di Suor Umilia Malpigli. 
Tuttavia, la presenza di Suor Umilia fu deleteria per il monastero: la sua cattiva condotta coinvolse in diversi scandali altre consorelle, mentre lei stessa continuò a portare avanti relazioni con diversi amanti tra cui Tommaso Saminati (con il quale ebbe anche un legame epistolare intenso) ed un certo "Pietro pittore". Fu Tommaso a procurare a Lucrezia il veleno che le permise di uccidere Suor Calidonia Burlamacchi, una consorella con la quale ebbe degli screzi: temendo che, per ripicca, andasse a confessare alla badessa le sue malefatte, ritenne più giusto togliersela di torno nel modo più semplice possibile. 
Nel frattempo, Massimiliano venne a conoscenza dell'infedeltà della sua amata ed impazzì. Le cronache riportano che venne ritrovato "fuor di cervello" davanti alla cancellata di Villa Buonvisi, dove venne catturato e rinchiuso, in quanto permuta di pena, in una torre, non più esistente, che sorgeva alla fine dell'attuale via di Montramito a Viareggio. Lì visse per diversi anni e si persero definitivamente sue notizie nel luglio del 1629 quando, convinto che ormai la morte fosse vicina, mandò a chiamare un sacerdote per confessarsi. Proprio per mancanza di ulteriori informazioni in merito, si pensa  che possa essere stato ucciso appositamente o, addirittura, riuscito a fuggire. 
Papa Paolo V, invece, senza farsi suggestionare come il precedente pontefice dalla potenza della famiglia di Suor Umilia, dopo essere stato informato degli scandali occorsi al monastero, punì la donna imprigionandola per 7 anni e privandola dello scapolare e del velo. 
Nulla si sa della sua morte: i registri mortuari del convento sono andati irrimediabilmente perduti. Tuttavia sappiamo che, da allora, a nessuna donna del lucchese venne più imposto il nome Umilia, allora molto diffuso, per non ricordare in alcun modo le dissolutezze della donna che per ultima lo aveva portato. 
Secondo la leggenda, però, la storia di Lucrezia e Massimiliano Arnolfini continua. I due amanti si incontrerebbero, al calare delle tenebre, ogni 1 giugno, davanti ai cancelli chiusi di villa Torrigiani. Non solo c'è chi li ha visti, ma qualcuno ne ha addirittura udito le voci. 
In "Guida ai fantasmi d'Italia"di Dario Spada, scopriamo invece che, all'interno della villa, risieda tutt'ora come custode della propria antica dimora, il fantasma di Lelio Bonvisi. Anche nelle cronache della Duchessa Vittoria Colonna di Sermoneta viene testimoniata la sua presenza. Solitamente veniva avvistato nella loggia (detta loggia degli spiriti), ma non mancava di manifestare la propria presenza anche in altre stanze, spesso spostando mobili e provocando sinistri rumori. Proprio per questo motivo la villa è stata esorcizzata, e nonostante i fenomeni si siano nettamente placati, c'è afferma di aver comunque visto strane ombre aggirarsi all'interno della villa e nel parco circostante. 

© Monica Taddia 

Immagine: Lucrezia Buonvisi - opera di A. Manfredi 

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