Di questa antica leggenda si trova testimonianza anche nel libro "Fiorita di leggende" del sacerdote Giuseppe Stocchiero.
La Madonna si trovava sotto una palma presso una fonte, a Menfi. Stava tessendo una tunica per il figlio.
Ad un certo punto due tortore andarono a posarsi sulle sue spalle, ma mentre una rimase a far compagnia a Maria, l'altra volò via dopo pochi secondi. La Madonna la chiamò, allora, per farla tornare ma questa, per dispetto, volò ancor più lontano fino a raggiungere un vecchio tempio pagano in rovina. Lì vivevano alcuni uccellacci maleducati che, non appena la videro, cominciarono a burlarsi di lei. Un corvaccio le si avvicinò e iniziò a beccarla strappandole tutte le penne più belle e provicandole brutte ferite.
La sera, stanca, affamata e dolorante, la tortorella decise di tornare presso la casa della Madonna per ritrovare la compagna. Iniziò a picchiettare con il becco sul vetro, finchè San Giuseppe non se ne accorse e le aprì la finestra. Gesù si prese cura di lei, lavò le sue ferite e le diede da mangiare. Finalmente ritrovò anche la compagna la quale le chiese cosa mai fosse andata a fare in quel posto, e dopo essersi fatta raccontare tutto l'accaduto, le consigliò di non farvi più ritorno.
Ma questa non volle ascoltarla e il giorno dopo decise di tornare. Fece male perchè venne nuovamente picchiata e derisa. Tornò più veloce che potè alla casa della Madonna, e si fermò sul ramo di un albero e piangere. Non volle entrare. Fu in quel momento che giunse il corvo rosso del tempio il quale, approfittando dell'occasione, non si fece scrupoli e la divorò sotto gli occhi attoniti dell'altra tortorella.
Questa leggenda nasconde, tra le righe, un rapporto conflittuale ancora esistente, all'epoca della sua divulgazione, tra paganesimo e cristianesimo: il primo visto come un argomento dal quale stare alla larga, il secondo il porto sicuro nel quale potersi rifugiare e cercare protezione.
© Monica Taddia
Immagine: Madonna del Cucito - Guido Reni
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