giovedì 15 maggio 2014

La dama bianca di Castel Rubello


Tra gli smeraldi c'è del perugino 
la vecchia gemma d'un picciol castello: 
vuoi sul verde seguirmi umbro apennino, 
nuova signora di Castel Rubello ?

Così inizia la lirica "Castel Rubello" di Nicola Marchese, poeta tranese vissuto nella seconda metà dell'Ottocento. 
Il castello, a poca distanza dal centro di Porano, fu costruito attorno all'anno Mille dai Mondaleschi Della Vipera a scopo militare: circondato da un fossato con ponte levatoio (che, in tempi più recenti, è stato sostituito da un ponte in pietra)e munito di quattro torri, sorvegliava il borgo dagli attacchi nemici. 
Nel Cinquecento, il castello perse la sua funzione militare e divenne residenza di prestigiosi famiglie quali gli Avveduti ed i Valenti. Proprio grazie a Giacomo Valenti vennero effettuate numerose opere di ristrutturazione ed ampliamento.
Il castello è legato anche alla storia di San Bernardino da Siena: fu proprio qui che nacque la madre, Nera di Bindo di Ranieri degli Avveduti.
Nell'Ottocento, venne confinato in esilio a Castel Rubello Giuseppe Marini, figlio di Marino Marini, discendente di una nobile famiglia del ravennate. Trasferitosi con la famiglia a Roma per motivi lavorativi e politici, fu costretto a mandare il figlio al castello di Porano per proteggerlo dagli scandali dovuti alla sua fama di donnaiolo. Fu proprio con l'arrivo di Giuseppe che iniziarono ad essere registrate strane presenze all'interno del castello. Ogni notte, infatti, pare gli facesse visita una donna biancovestita, e non si trattava di certo di una delle sue conquiste. La dama bianca era tutto fuorchè umana: tutt'ora a Porano viene avvistata nelle notti di luna piena mentre si affaccia o passa davanti alle finestre del castello.

ATTENZIONE! In alcuni siti viene erroneamente riportata la presenza di un "Castello di Porrano" in Trentino Alto Adige. In realtà non esiste alcun Castello di Porrano in provincia di Trento. Chi ha divulgato questa informazione per primo, probabilmente non aveva ben chiara la differenza tra le sigle TR (Terni) e TN (Trento).

© Monica Taddia


Immagine: Back into the tempest - Gustave Doré

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