venerdì 15 novembre 2013

La leggenda di Santa Zita

Zita Lombardo (o Bernabovi) nacque a Monte Sagrato (attuale Monsagrati) nel 1218 da una famiglia di umili origini ma forte di devozione cristiana. Il padre Giovanni e la madre educarono le due figlie nel timor di Dio e nel rispetto, tanto ch'esse crebbero molto pie e generose. Mentre la sorella Margherita decise di prendere i voti, Zita (il cui nome significa "vergine") venne educata per diventare serva, come la maggior parte delle ragazze di Monte Sagrato.
Il paese era infatti noto proprio per questo motivo: quasi tutte le donne venivano allevate per essere poi mandate a servizio nella città di Lucca, ed erano rinomate per esser le migliori della zona.
Zita trovò lavoro a 12 anni presso la famiglia Fatinelli, una delle più illustri della città ma anche una tra le più conosciute nella comunità cristiana per devozione ed opere pie. La loro casa si trovava vicina alla chiesa di San Frediano, e la ragazza fu felice di potervisi recare a pregare ogni volta che avrebbe avuto un po' di tempo a sua disposizione.
Nel suo lavoro faceva sempre tutto cio' che le era richiesto con precisione ed ubbidienza, e se capitava che qualche volta venisse sgridata per sbaglio o dimenticanza, ella immediatamente chiedeva perdono ai padroni gettandosi ai loro piedi, implorandoli e dicendo "Dio sa se in questo io sono colpevole": la sua umiltà e la sua innocenza erano apprezzate dai padroni che avevano stima e cura di lei.
Non così tanta cura però avevano per lei le figlie dei Fatinelli. Un giorno di pioggia decisero di farle uno scherzo e, inventando una commissione importantissima, la spedirono fuori città sotto un tremendo acquazzone. Zita, ubbidiente, accettò di andare. Tutti pensavano che sarebbe tornata a casa zuppa d'acqua e febbricitante, ma si stupirono quando la videro rientrare completamente asciutta.
La ragazza pensava sempre a procurare un po' di pane per i poveri che venivano a bussare alla porta di servizio, e per farlo raccoglieva gli avanzi dalla tavola ogni giorno: pezzi di pane ed avanzi di cibo andavano a costituire un prezioso sostentamento per coloro che si affidavano alla sua bontà d'animo.
Un giorno il padrone la vide con il grembiule rigonfio, mentre scendeva le scale; sospettoso, le chiese cosa ci fosse là dentro. La ragazza rispose dicendo che si trattava di fiori per i poveri, ma il padrone non le credette e le chiese di aprire il grembiule. Ella lo fece e come per miracolo il pane si era davvero trasformato in tanti delicati fiori.
Il 27 aprile del 1278 Zita, gravemente ammalata ma nonostante tutto serena, morì. Alle tre di notte comparve nel cielo della città di Lucca una stella ancor più splendente del sole, e tutti i ragazzini scesero in strada iniziando improvvisamente a gridare: "Andiamo, corriamo a S. Frediano, che è morta Santa Zita!"
Zita è oggi la santa patrona di Lucca. Ogni anno, il 27 aprile, è tradizione che la piazza diventi un enorme giardino con tanto di mercato dei fiori. Abitanti e turisti sono soliti comprare i "mazzolini di Santa Zita", composti da narcisi bianchi, venduti per le strade del centro.
Il corpo della santa è conservato in una teca di vetro nella basilica di San Frediano ed esposto a venerazione dei fedeli: pare abbia elargito numerose grazie nel corso dei secoli. Ma la cosa più curiosa è che, nonostante il trascorrere del tempo, questo corpo sia ancora quasi del tutto intatto.

© Monica Taddia
Immagine: Miracolo di Santa Zita -Bernardo Strozzi

2 commenti:

  1. Per quanto non ami molto i santi la storia di santa Zita mi ha sempre commossa!
    Brava! Bellissimo articolo!

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    1. Io credo sia stata una donna meravigliosa. Ho letto tutto il libro sulla sua vita e ti assicuro che se ce ne fossero di donne così umili, al giorno d'oggi... Ormai in pochi sanno cosa significhi ancora la parola umiltà legata al rispetto! E non parlo dal punto di vista religioso, ma proprio in generale ;)

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