domenica 7 luglio 2013

Palazzo Arditi e il volto del Diavolo.

Apriamo con questo articolo una rubrica speciale estiva dedicata al Salento e ai suoi misteri e che ci terrà compagnia per qualche "puntata". Cominciamo il nostro viaggio partendo da Parabita (LE), paese dell'entroterra salentino, situato a pochi km dal Mar Ionio e dal patrimonio artistico ricco di elementi barocchi.

E' proprio su uno di questi palazzi barocchi che vogliamo soffermarci, Palazzo Arditi, noto anche come "Casa del Diavolo". Costruito agli inizi del XVII secolo, si trova nel centro storico del paese, ad angolo tra via De Ramis e via Bixio. E’ uno dei più antichi di Parabita, costruito -pare- sulle fondamenta di un edificio del Trecento, ed attualmente non possibile visitarlo. Si trova comunque in un ottimo stato di conservazione, tanto che in tempi recenti è addirittura stato messo in vendita: chissà se riuscirà a trovare un acquirente?
Cio' che particolarmente colpisce di questo palazzo è la presenza di un volto demoniaco. Si trova raffigurato su una delle pareti d'angolo del balcone posto al secondo piano. Pare che, durante la costruzione, ogni volta che gli operai tentavano di unire i due bracci della balconata, questa crollasse misteriosamente nonostante tutti i possibili accorgimenti. Ogni volta che i muratori poggiavano le mensole, arrivati a quella d'angolo, questa cadeva senza alcuna spiegazione logica. Per questo motivo il capo-mastro, dopo aver definito il fatto come un'autentica “opera tu tiaulu” (opera del diavolo), prese la decisione di riprodurne le fattezze, in modo da assicurarsene la "protezione". L’espediente funzionò: la balconata potè essere completata senza ulteriori intoppi. In compenso, a Parabita, è rimasta in uso l’esclamazione “E’ opera tu tiaulu!” riferita a qualcosa che proprio non ne vuole sapere di riuscire o funzionare.

Il misterioso volto è, in realtà, uno dei tipici “mascheroni” che venivano utilizzati nell’architettura barocca, spesso proprio a supporto dei balconi, non solo a scopo ornamentale, ma anche in qualità di elementi apotropaici, atti quindi a tenere lontane le negatività all’interno dell’edificio. Altri edifici che presentano questo tipo d'espediente, in Italia, sono ad esempio Palazzo Cosentini a Ragusa e il Mastio della Cittadella a Torino.

 © Monica Taddia - Grazie a Maria di Parabita per l'aiuto!

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