lunedì 24 giugno 2013

Intervista ai Trauma Empirico

Questo mese Italia Parallela vi presenta in esclusiva una super intervista ai Trauma Empirico, gruppo ferrarese electro-prog che sta facendo e, ne siamo certissimi, continuerà a far parlare tantissimo di sè. Mettetevi comodi e godetevi questa lunga e piacevole chiacchierata con Frank, Nick e Phill! \m/,

Ciao ragazzi! Innanzi tutto le presentazioni. Come nasce il progetto dei Trauma Empirico e da cosa deriva questo suggestivo nome?
Nick, Frank & Phill: Il progetto Trauma Empirico nasce quattro anni fa dopo la divisione di una band precedente, i Sickest Flowers. Allo scioglimento, abbiamo deciso di provare ad imbastire questo nuovo progetto, con la formula del terzetto, utilizzando strumentazioni particolari e arrangiandoci un pò, per tentare di creare un suono che sapesse di novità: con influenze metal ma con qualcosa di originale all'interno, che nel nostro caso sono l'uso dei sinth -suonati grazie alle nostre "macchine multieffetti" con chitarra e basso-, il cantato in italiano e le ritmiche progressive e a tratti anche un pò dance, che ci hanno aiutati a raggiungere il risultato attuale!
Il nome è stato, invece, ideato e pensato in modo da renderlo il più possibile in linea con l'anima della band.
Siamo partiti con l'idea ben chiara di cercare di non cadere in testi troppo scontati e commerciali e che parlassero soprattutto di critica, cambiamenti, emozioni e una bella dose di sentimenti autobiografici... E dopo vari tentativi da uno sforzo sovrumano delle meningi del buon Frank è uscito Trauma Empirico, dove "Trauma" può essere letto come varie cose: un peso, un'emozione, un cambiamento oppure un trauma vero e proprio! "Empirico" viene invece dall'empirismo, una corrente filosofica nata nel Seicento in Inghilterra, secondo la quale la conoscenza dell'uomo è frutto delle sue esperienze dirette e non di qualcosa già presente prima Il significato letterale che abbiamo voluto usare, quindi, è "trauma vissuto sulla propria pelle".


Abbiamo notato che il vostro logo è molto particolare ed... evocativo. Cosa potete raccontarci al riguardo?
Nick, Frank & Phill: Abbiamo voluto che il logo non fosse solo il nostro simbolo, ma che ne racchiudesse anche altri al suo interno! Cio' è in linea con la nostra idea di utilizzare temi che facciano parte della cultura generale e dell'immaginario collettivo. Abbiamo usato il triangolo perchè è la struttura più forte che esista in natura: ha tre lati e tre angoli (nel logo se ne possono individuare tre, uno è nascosto dietro il punto luce); noi stessi siamo in tre e, inoltre, il numero è simbolo di divinità e di armonia, raffigura il rapporto tra divino e umano, bene e male, uomo e donna... Oltre a tutto cio', il  nostro logo ricorda sia l'occhio degli illuminati che la stella di Davide. Insomma, ha una miriade di letture, probabilmente anche altre che nemmeno abbiamo menzionato. 

Uno dei pezzi del vostro precedente EP si chiama "Fuoco fatuo". Di cosa parla e come mai avete scelto questo titolo? Avete mai visto un fuoco fatuo? E... che rapporto avete con "il lato misterioso" di cio' che ci circonda? Credete in cio' che la scienza fatica o addirittura non riesce a spiegare?
Nick, Frank e Phill: Fuoco Fatuo parla delle mode passeggere e frivole seguite da quelle persone che pensano solo ad apparire e quindi hanno, metaforicamente parlando, la stessa consistenza di un fuoco fatuo! E' stata la nostra prima canzone e abbiamo trovato azzeccato e molto interessante il paragone con questa figura! Tra l'altrosi tratta di una canzone di 10 minuti nata in 5!
Nick: Personalmente non ho mai visto un fuoco fatuo, io sono abbastanza materialista e certi miti anche se spesso affascinanti come fantasmi, divinità, creature possono suscitare la mia curiosità ma non fino al punto di poterci credere.Invece sono molto sensibile a ciò che riguarda il lato oscuro del mond, come i massoni, gli illuminati e le relative miriadi di coincidenze per cui è difficile non credere che non ci sia niente dietro. E credo negli alieni, per me esiste la vita oltre i confini della terra Insomma un'infinito numero di stelle con infiniti
numeri di pianeti e vuoi che solo il nostro abbia creato la vita?
Frank: Personalmente di Fuochi Fatui, nel senso della canzone ne ho visti parecchi, e ancora se ne incontrano.. Fuochi fatui nel senso più letterale non per ora, ma non si sa mai!
Credo nell'aldilá: sicuramente c'é qualcosa dopo la morte, e credo che "Dio" (così lo chiamiamo/definiamo noi, anche perché Dio non é un nome, ma é un Dio. Normalmente viene tolto l'"un" perché essendo il cristianesimo una religione monoteista non é previsto che ve ne siano altri.) si manifesti all'uomo in tutto ciò che ci circonda, e soprattutto che l'uomo lo interpreti a secondo dell'era, della propria storia e della propria cultura, attribuendogli nomi, costumi e metafore che ne spieghino gli insegnamenti da cui trarre la retta via. Essendo però questo un lavoro svolto dagli uomini, queste reinterpretazioni sono spesso non prive di contraddizioni e di secondi fini.

C'è qualche leggenda che vi affascina, che vi ha particolarmente colpito?
Nick: Io sono sempre stato affascinato dalle leggende, soprattutto quelle orientali, e sceglierne una in particolare non è facile. Direi che una delle mie preferite anche se di carattere mitologico è quella della carpa koi che risale il Fiume Giallo fino alla Porta del Drago (che esiste davvero ed è una cascata in Cina) e viene premiata dalle divinità che la trasformano in drago rendendola immortale! Molto epico! Inoltre è il mito che nel folklore orientale ha reso la carpa simbolo di amicizia e ambizione!
Frank: Non ho una leggenda in particolare a cui mi sento affezionato ma mi interessa molto tutto cio' che riguarda gli illuminati, le massonerie ed i vari "ordini" che si muovono dietro le fila, anche se credo che alla fine nessuno di loro sia veramente a capo di qualcosa nel senso più ampio del termine.

Parlateci dell'ultimo pezzo che avete appena sfornato, "Fragile" e dei prossimi progetti che avete in cantiere.
Frank: Fragile é la canzone più autobiografica scritta ad oggi. L'ho scritta dopo una separazione importante, mentre cambiavo casa e mi allontanavo dal mio passato. Lì, nudo, svuotato da tutto quello che avevo costruito, in una casa vuota..senza neanche una tv che mi distraesse dai miei pensieri o una connessione alla rete per perdersi in ricerche insignificanti. Ho dovuto fare i conti con me stesso e con i miei demoni, ed ho scoperto la fragilità delle cose, della vita e dei rapporti umani. E soprattuto ho trovato la voglia di rimettermi in gioco...proprio li dove ero più fragile.
I prossimi progetti prevedono la realizzazione di un EP dove troveremo anche altri inediti tra cui "Quello che voglio" e "La Pioggia". 
Potete comunque interagire con noi e rimanere in contatto per conoscere tutte le novità attraverso la nostra pagina Facebook: Trauma Empirico 

Ringraziando i ragazzi per la bellissima chiacchierata, vi invitiamo anche a seguire la loro musica attraverso il loro canale Youtube: qui il link del loro ultimo lavoro, "Fragile".

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