Al censimento dei paesi fantasma
italiani, troviamo anche Sostila, in Valtellina. E' un piccolo paese
adagiato in Val Fabiolo, una valle ombrosa e profonda lambita
anticamente dal torrente Tartano, di cui ora altro non rimane che un
solco nel terreno.
Sembra che questi posti siano stati
colonizzati nel Medioevo da gruppi di persone in fuga dalle continue
alluvioni del fondovalle. Le caratteristiche case con i tetti a piode (lastre di granito di forma rettangolare) risalgono, però, solamente al Seicento.
Era qui che in passato le streghe si
riunivano per celebrare i loro sabba, motivo per cui, ad un certo punto,
il nome del paese divenne poco simpaticamente noto. Gli abitanti di
Sostila non erano molto contenti della nomea che aveva iniziato a
diffondersi sul loro conto... Proprio loro che tutt'ora sono così
radicati al loro nome ed alle loro origini!
Dalla valle, al rintocco dell'Ave Maria,
le streghe escono di casa per volare ai raduni oppure per insidiare i
malcapitati che si trovano ancora in giro. Solitamente andavano a
radunarsi anche sulla Piana del Crap del Mezzodì, che si trova appena
sopra al paese, oppure nei boschi del Culmine di Dazio, luogo che col
tempo è poi stato "esorcizzato" con l'apposizione di una grande croce
sulla sommità.
Si racconta che un giovane di Sostila si
fosse innamorato di una ragazza la cui famiglia, composta da altre due
sorelle e la madre, non era vista di buon occhio dagli altri abitanti
del borgo: non si facevano mai vedere nè in piazza, nè in chiesa, nè al
lavatoio coume assieme alle altre donne. Il giovane non ci volle però
badare troppo, rendendosi conto che poteva trattarsi semplicemente di
persone molto, molto riservate.
Si fidanzò quindi con la ragazza ed
iniziò a frequentarne la casa, sita in Via dell'Era, accolto come un
figlio dalla madre e come un fratello dalle altre sorelle. Tuttavia
qualcosa di strano adombrava la sua felicità. Uno strano sentore. Egli
poteva andare a trovare la giovane innamorata in qualsiasi momento della
settimana, fuorchè al giovedì: durante quei giorni infatti nessuna
delle donne era presente in casa.
Un giorno, spinto dalla curiosità, tornò
prima del previsto dal lavoro, e si appostò sotto una delle finestre
della casa delle quattro donne. Ad un certo punto vide la più giovane
delle sorelle entrare nella stanza dal focolare acceso, seguita dalla
madre e dalle altre ragazze: tutte avevano una strana espressione sul
volto, ed erano prese da una ancor più strana frenesia. Ed ecco che
all'improvviso, ognuna delle quattro donne inizia a svitarsi la testa,
contorcendola in modo del tutto innaturale, fino a staccarsela dal
busto. Tenendosela tra le mani, iniziarono a pettinarsi i capelli,
passandosi la spazzola di mano in mano tra loro. Finito il rittuale, si
riattaccarono la testa. Suonò l'Ave Maria. Alla fine dei rintocchi, si
precipitarono verso il caminetto e sparirono dentro ad esso. Il fatto
viene ricordato da tutti come la leggenda delle "Streghe dell'Era".
A Sostila, capitava che alcuni preti
giunti in paese avessero la "fisica": che fossero cioè di indole
malvagia, capaci di trasformarsi in animali e di gettare malefici su
persone, bestiame od oggetti.
Oggi il paese è disabitato: se nel 1928
contava circa 120 abitanti, già nei primi anni '50 il numero si è
tragicamente dimezzato, fino ad arrivare ai 14 abitanti complessivi
all'inizio degli anni '60.
L'unico momento dell'anno in cui il
paese rivive è durante la prima domenica d'agosto, in onore dei
festeggiamenti alla Madonna della Neve, cui è stata dedicata la chiesa
del borgo. Leggenda vuole che la Madonna di Sostila avesse il potere di
far piovere durante i periodi di siccità, motivo per cui, in estate, nei
periodi più secchi, processioni di fedeli scendevano da Campo Tartaro
in processione, pregando per la sua intercessione.
Nel 1987 si ha testimonianza dell'ultima
di una serie di alluvioni, accadute anche in passato, provocate dal
torrente Fabiolo. Ricordiamo invece,
in questo caso, l'alluvione del 1911, che tra gli abitanti della Sirta
venne attribuita alle forze demoniache. Fu Don Abbondio della Patrona
che prese a cuore la causa e decise di affrontare faccia a faccia gli
spiriti maligni: una notte salì da solo fino a Campo e al suo ritorno
raccontò di aver visto personalmente come la sua valle fosse in preda
alle forze demoniache, tanto che sconsigliò a tutti di frequentarla
anche di giorno. Riuscì a placare la fuoria de maligno, affrontandola
con il suo spirito, ed evitando così che le case della Sirta venissero
distrutte dalla potenza del fiume in piena, e ne uscì devastato, minando
completamente la sua salute. Raccontava di essere stato assalito da
spiriti muniti di nodosi bastoni, ed infatti il suo corpo ne riportò i
segni per lungo tempo.
Dal sentiero che scende da Lavisolo,
invece, si dice che a volte ci si imbattesse in processioni notturne di
persone dal volto coperto, con candele in mano. Ci fu un testimone, un
certo Gaspare, che raccontò di averli incrociati, una notte, mentre
tornava a Campo: uno di questi strani personaggi gli diede in mano una
candela e gli chiede di reggerla, poi la processione continuò a scendere
a valle fino alla chiesa di Campo Tartaro: lì sparì. Gaspare, il
mattino dopo, si accorse che la strana apparizione non gli aveva dato
una candela, bensì una tibia umana...
Oggi, solamente queste pennellate
leggendarie (oltre che alla festa della Madonna della Neve) riescono a
ripopolare la valle, con i chiacchiericci delle donne, le risate dei
bambini, le canzoni di uomini che, al chiaro di luna, si facevano
coraggio per tornare a casa sani e salvi. Una terra che viveva di
semplicità, di preghiere e di castagne, da secoli il prodotto tipico
della zona. Una terra in cui le donne coglievano mele e ciliegie mentre
una gran parte dei loro uomini viveva un'eterna notte di lavoro nelle
miniere di ferro lassù sulle Alpi Orobiche. Una terra in cui le streghe
continuano, indisturbate, a danzare tra una pietra e l'altra, tra le
case disabitate e chissà... Magari aspettando qualcuno a cui giocare l'ennesimo scherzo.
© Monica Taddia
Immagine: Sostila - Massimo Dei Cas
Immagine: Sostila - Massimo Dei Cas
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