Ci troviamo a Venezia, nel novembre del 1929.
Nevica abbondantemente, l'aria è gelida. Dalla riva che entra al
Sottoportego Zurlin, sta arrivando una gondola che riaccompagna a casa
il medico del vescovo. Improvvisamente, l'uomo si accorge che una
ragazza, avvolta da uno scialle nero, proveniente dal Sottoportego, sta
tentando di venirgli incontro, urlandogli di fermarsi perchè la madre
stava molto male.
Il medico ordina di fermare la gondola,
scende e segue immediatamente la ragazza. Entrando in casa nota con
stupore che la donna ammalata è la sua ex domestica:è a letto, ha una
brutta polmonite, ma il suo intervento tempestivo può ancora salvarla.
Mentre le presta le cure necessarie le
dice "Ah, signora, se non fosse stato per sua figlia...". La donna
rimane basita. "E' impossibile", esclama, "mia figlia è morta più di un
mese fa...". Allora il medico le descrive la ragazza, soffermandosi sul
particolare dello scialle nero. E maggiore è il suo stupore quando la
donna gli dice di aprire l'armadio dove, tra i pochi miseri abiti, si
trova lo stesso identico scialle visto pochi minuti prima sulle spalle
del giovane fantasma!
Questo fatto potrebbe essere il
precursore della leggenda metropolitana tanto in voga tra i giovani, che
vede protagonista una ragazza dal maglioncino rosso che chiede
l'autostop. Al ragazzo che le da il passaggio, lascerà in macchina per
puro caso il maglioncino rosso che portava legato alla vita (altre
volte, ma meno frequemtemente, si tratta di un diario). Quando il giorno
dopo il ragazzo torna a casa sua per riconsegnarle cio' che le
appartiene, scopre che in realtà la ragazza è morta già da tempo. La
storia ci viene spesso raccontata da un amico, al cui amico è successo
che... Ma difficilmente ci capiterà di sentirla raccontata da chi l'ha
vissuta veramente!
Saranno forse tra le calli di Venezia le radici di questa storia?
©Monica Taddia
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