mercoledì 20 marzo 2013

Le streghe di Cicagna

Cicagna, anticamente conosciuta come Plocania o Chicaglia, si trova al centro di Val Fontanabuona, e si estende lungo le rive del torrente Lavagna, unite tra loro dal Ponte della Vittoria e il Ponte Fieschi. E' caratterizzata da un territorio formato di piccole case sparse ed altri piccoli nuclei collocati a fondo valle.

Sorta attorno al XII secolo, appartenente ad una delle ventotto pievi che formavano la Diocesi Genovese, ebbe fortuna per la sua collocazione sulla famosa strada del sale e del grano, che dalla costa portava verso la Pianura Padana. Era infatti, questo delizioso paese, che ancora conserva nel centro storico affreschi interni ed esterni di pregevole fattura, famoso nel 1700 per il pane che vi veniva prodotto. Un pane talmente squisito da essere venduto addirittura fino a Chiavari e Lavagna.
Veniva prodotto ed infornato solo ed esclusivamente da persone di sesso maschile, i quali, a fine cottura, erano soliti spruzzarlo con acqua benedetta per esorcizzarlo dalle male delle streghe. Si, perchè tutte le donne di Cicagna erano famose per essere strie: una particolarità messa in risalto da diversi documenti storici, anche importanti, di varie epoche. Se ne parla addirittura in alcune fonti del tardo XVII secolo, in cui le donne venivano indicate come membri di una vera e propria setta.
Nessun mistero, tuttavia, sul perchè solamente le abitanti donne godessero di questa fama: già da tempi antichi, le donne di Fontanabuona avevano stretto tra loro un sodalizio che permettesse loro di gestire autonomamente e con forza d'animo le proprie famiglie, anche in assenza dei mariti lontani.
La zona su cui sorge Cicagna era inoltre famosa per l'estrazione e la lavorazione dell'ardesia, nelle cui cave si impiegarono anche le forze delle donne: fin da piccole, alle abitanti di Cicagna, Cogorno e Monleone, veniva insegnato a trasportare sulla testa le lastre di ardesia, arrivando ad un peso di 25 kg e permettendo così loro di camminare, o addirittura correre per i sentieri che dalle cave portavano al porto, ove le lastre venivano poi imbarcate per il commercio.
Alcune di queste donne erano esperte di "sperlingoiea", un metodo antico capace di sconfiggere le forze maligne: si metteva un piatto cotenente dell'acqua sulla testa della persona colpita dalla mala sorte, poi vi si rovesciava una goccia d'olio all'interno, accompagnata da parole magiche. E' un metodo che le persone anziane del posto praticano tutt'ora per sconfiggere il malocchio.

Famosa per essere originaria del posto, e non per essere una strega (anche se, chissà, in fondo buon sangue non mente), la figura di Rosa Maria Segale, più conosciuta come Suor Blandina. Partita con la famiglia all'età di 4 anni da Cicagna ed emigrata in quel di Santa Fe, prese i voti entrando nel convento delle Suore di Carità. Nella sua opera di missionaria ebbe modo di conoscere fuorilegge come Billy the Kid e importanti capi pellerossa delle tribù Apache e Comanche. Conoscenze che le valsero il titolo di "Suora con gli speroni", grazie anche alla sua ferma battaglia per i diritti civili dei nativi americani.
E sempre  proposito di stregoneria, un piccolo aneddoto dalle parole dirette di suor Blandina che, letto alla luce di questo articolo, potrà far sorridere.

"Alla stazione di St. Louis, mentre aspettavo che il treno ripartisse, scesi per acquistare un paio di soprascarpe da neve.
Vidi alcune donne italiane che vendevano frutta. A una di loro chiesi in inglese il permesso di essere accompagnata dalla figlia nel negozio di scarpe accanto. Invece di rispondermi, la donna, continuando a guardarmi con sospetto, si rivolse in italiano alla sua vicina dicendole che sembravo una suora ma potevo benissimo essere una strega. Rinunciai alle sovrascarpe e risalii sul treno."

© Monica Taddia

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