Cicagna, anticamente conosciuta come Plocania o Chicaglia, si trova al
centro di Val Fontanabuona, e si estende lungo le rive del torrente
Lavagna, unite tra loro dal Ponte della Vittoria e il Ponte Fieschi. E'
caratterizzata da un territorio formato di piccole case sparse ed altri
piccoli nuclei collocati a fondo valle.
Sorta attorno al XII secolo,
appartenente ad una delle ventotto pievi che formavano la Diocesi
Genovese, ebbe fortuna per la sua collocazione sulla famosa strada del
sale e del grano, che dalla costa portava verso la Pianura Padana. Era
infatti, questo delizioso paese, che ancora conserva nel centro storico
affreschi interni ed esterni di pregevole fattura, famoso nel 1700 per
il pane che vi veniva prodotto. Un pane talmente squisito da essere
venduto addirittura fino a Chiavari e Lavagna.
Veniva prodotto ed
infornato solo ed esclusivamente da persone di sesso maschile, i quali, a
fine cottura, erano soliti spruzzarlo con acqua benedetta per
esorcizzarlo dalle male delle streghe. Si, perchè tutte le donne di
Cicagna erano famose per essere strie: una particolarità messa in
risalto da diversi documenti storici, anche importanti, di varie epoche.
Se ne parla addirittura in alcune fonti del tardo XVII secolo, in cui
le donne venivano indicate come membri di una vera e propria setta.
Nessun
mistero, tuttavia, sul perchè solamente le abitanti donne godessero di
questa fama: già da tempi antichi, le donne di Fontanabuona avevano
stretto tra loro un sodalizio che permettesse loro di gestire
autonomamente e con forza d'animo le proprie famiglie, anche in assenza
dei mariti lontani.
La zona su cui sorge Cicagna era inoltre famosa
per l'estrazione e la lavorazione dell'ardesia, nelle cui cave si
impiegarono anche le forze delle donne: fin da piccole, alle abitanti di
Cicagna, Cogorno e Monleone, veniva insegnato a trasportare sulla testa
le lastre di ardesia, arrivando ad un peso di 25 kg e permettendo così
loro di camminare, o addirittura correre per i sentieri che dalle cave
portavano al porto, ove le lastre venivano poi imbarcate per il
commercio.
Alcune di queste donne erano esperte di "sperlingoiea", un
metodo antico capace di sconfiggere le forze maligne: si metteva un
piatto cotenente dell'acqua sulla testa della persona colpita dalla mala
sorte, poi vi si rovesciava una goccia d'olio all'interno, accompagnata
da parole magiche. E' un metodo che le persone anziane del posto
praticano tutt'ora per sconfiggere il malocchio.
Famosa per
essere originaria del posto, e non per essere una strega (anche se,
chissà, in fondo buon sangue non mente), la figura di Rosa Maria Segale,
più conosciuta come Suor Blandina. Partita con la famiglia all'età di 4
anni da Cicagna ed emigrata in quel di Santa Fe, prese i voti entrando
nel convento delle Suore di Carità. Nella sua opera di missionaria ebbe
modo di conoscere fuorilegge come Billy the Kid e importanti capi
pellerossa delle tribù Apache e Comanche. Conoscenze che le valsero il
titolo di "Suora con gli speroni", grazie anche alla sua ferma battaglia
per i diritti civili dei nativi americani.
E sempre proposito di
stregoneria, un piccolo aneddoto dalle parole dirette di suor Blandina
che, letto alla luce di questo articolo, potrà far sorridere.
"Alla stazione di St. Louis, mentre aspettavo che il treno ripartisse, scesi per acquistare un paio di soprascarpe da neve.
Vidi
alcune donne italiane che vendevano frutta. A una di loro chiesi in
inglese il permesso di essere accompagnata dalla figlia nel negozio di
scarpe accanto. Invece di rispondermi, la donna, continuando a guardarmi
con sospetto, si rivolse in italiano alla sua vicina dicendole che
sembravo una suora ma potevo benissimo essere una strega. Rinunciai alle
sovrascarpe e risalii sul treno."
© Monica Taddia
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