Diamo il benvenuto sul nostro portale allo scrittore, nonché
studioso e traduttore di testi e correnti religiose, il professor Mauro
Biglino. Salve Mauro, benvenuto su Italia Parallela.
Gli studiosi e gli appassionati di storia e religione ti
conoscono per le tue interessanti traduzioni e per due bellissimi libri:
“CHIESA ROMANA CATTOLICA E MASSONERIA” e “RESURREZIONE REINCARNAZIONE”,
ma ultimamente hai attirato, e non poco, l’attenzione più accesa di
tantissimi ufologi con l’uscita del tuo ultimo lavoro “IL LIBRO CHE
CAMBIERA’ PER SEMPRE LE NOSTRE IDEE SULLA BIBBIA”, puoi darci un’
assaggio in merito?
Innanzitutto desidero ringraziare per l’attenzione manifestata nei miei confronti.
E’ un testo pubblicato un anno fa e giunto ormai al termine della
seconda ristampa: contiene una prima parte di ciò che ricavo dalle
traduzioni letterali dell’ebraico e che non sono mai sufficientemente
evidenziate nelle Bibbie tradizionali.
E’ nato a seguito di una esperienza professionale nel corso della
quale mi sono dedicato allo studio dell’ebraico antico ed ho iniziato a
tradurre l’Antico Testamento: il caso ha voluto che le mie traduzioni
finissero nella redazione delle Ed. San Paolo; ne è nata una
collaborazione che mi ha portato a tradurre 23 libri dell’Antico
Testamento direttamente dalla bibbia ebraica redatta sulla base del
Codice masoretico di Leningrado: fino ad oggi ne sono stati pubblicati
17. Devo dire che a seguito della pubblicazione del lavoro cui si
riferisce l’intervista la collaborazione con la casa editrice cattolica è
terminata perché è ovvio che le Ed San Paolo non possono avere tra i
collaboratori uno che scrive cose come quelle che sono contenute nel
libro di cui si parla qui e nel prossimo che esce a settembre.
Per dare un “assaggio” devo precisare che - nonostante il titolo che
riporta la domanda sugli “dèi” venuti dallo spazio e l’immagine di
copertina - io non sono un ufologo e non ho mai visto un UFO in vita
mia, neppure un banalissimo globo di luce, ma la lettura di numerosi
passi dell’Antico Testamento mi ha portato a pensare che forse le
interpretazioni ufologiche non sono così fantasiose come si vuol far
credere con eccessiva semplicità.
Ho quindi voluto riportare elementi specifici relativi al tema ma anche elementi che apparentemente ne sono lontani.
Ma soprattutto, non avendo delle verità preconfezionate da
distribuire, ho scelto di mettere a disposizione i contenuti nel modo
più onesto e coerente possibile: ho riportato i versetti in ebraico e la
traduzione letterale per consentire a chiunque di controllare ciò che
scrivo.
Ogni affermazione è quindi suffragata dal testo originale e penso
che questo sia l’elemento che maggiormente caratterizza questo libro
soprattutto nelle sue parti più sorprendenti e sconcertanti: a distanza
di un anno dalla pubblicazione devo dire che l’inserimento dei versetti
ebraici con relativa traduzione è stato indubbiamente uno degli elemento
del successo.
Il titolo dice che le nostre idee sulla Bibbia non
possono più essere quelle di prima: le domande che nascono dalle
traduzioni letterali sui temi affrontati dal testo, dalla morte di Dio
ai Dieci Comandamenti veramente scritti sulla pietra, dalle macchine
volanti alla reale descrizione dei cosiddetti angeli… fino alla
formazione dell’uomo con il DNA (tzelèm) degli Elohìm e molto altro…
sono veramente ineludibili.
Preciso anche che io NON sono detentore di alcuna verità ma solo
una persona che attraverso lo studio cerca di coltivare le sue curiosità
mettendo in gioco le idee e le ipotesi che dallo studio prendono
origine: di questo si tenga dunque conto nel proseguire la lettura.
Se consideriamo gli innumerevoli reperti archeologici che
frequentemente vengono riportati alla luce (parecchi dei quali purtroppo
destinati ad essere “riseppelliti” per il paradossale conflitto tra
storia e storiografia), inevitabilmente siamo costretti a porci delle
domande che mettono in seria discussione la veridicità della storia
“ufficiale” e di riflesso della religione. Qual’ è la tua opinione in
merito?
La mia opinione è che sarà inevitabile in un futuro più o meno
prossimo provvedere a riscrivere la storia tenendo conto delle scoperte
archeologiche che sono certamente scomode ma che costituiscono conferma a
quanto narrano i testi antichi di ogni cultura. I racconti ed i reperti
sono distribuiti in tutti i continenti e non si potrà più fingere di
non sapere; non si potrà continuare a tenere occultato attraverso
interpretazioni di comodo ciò che sta comparendo in modo sempre più
evidente agli occhi di chi si occupa di certi temi con un atteggiamento
aperto, disincantato e libero da condizionamenti dottrinali. Le domande
si stanno facendo sempre più frequenti e pressanti ed anche i detentori
delle cosiddette verità acquisite dovranno inevitabilmente fare i conti
con quanto emerge e con il dubbio che ne consegue. Le religioni saranno
chiamate a spiegare l’origine dei loro dogmi che non paiono più reggere
al confronto con ciò che veramente raccontano i testi da cui
ufficialmente ed artificiosamente sono nate. Si badi bene però che la
rilettura della Bibbia alla luce dei suoi significati letterali non
comporta necessariamente l’annullamento del concetto di Dio, questo
infatti attiene alla fede ed io non me ne occupo perché di Dio non so
nulla: dico solo che l’Antico Testamento racconta una storia decisamente
diversa da quella che ci è stata presentata e che questa storia
“ufficiale” andrà riscritta.
La comune concezione della religione intesa come “speranza”
di una vita ultraterrena, potrebbe in qualche modo essere stravolta da
elementi ancora ignoti alla maggior parte delle persone?
Come ho detto prima ci sono elementi che attengono alla fede dei
singoli e la speranza in una vita ultraterrena è certamente uno di
questi. Una cosa mi pare però assodata: la speranza non va cercata
nell’Antico Testamento perché quel testo non si occupa dell’aldilà. Gli
Elohìm della Bibbia (termine che la religione traduce erroneamente con
“Dio”) di tutto si occupavano meno che della spiritualità, della
trascendenza, della vita eterna. Essi stessi morivano come dice il testo
biblico che riporto nel libro e molti ebrei praticanti amici miei
affermano “Noi dell’aldilà non sappiamo nulla perché il nostro Dio non
ne ha mai parlato”. Questa è una profonda verità che appare chiara da
una lettura attenta dell’Antico Testamento.
Le religioni hanno avuto una funzione importante: hanno avuto il
merito di ipotizzare risposte alle domande essenziali dell’uomo: chi
siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
Dico anche che la loro funzione ha prodotto risultati
indipendentemente dal fatto che i contenuti da esse veicolati fossero
veri o meno.
L’attuale Dalai Lama ebbe a dire che ogni religione è stata
prodotta per aiutare l’uomo a superare le sue angosce ed io ne sono
profondamente convinto.
La speranza va però cercata nelle convinzioni personali, nel
credo di ciascuno, senza pensare di trovare conferme nei testi biblici.
Quali conseguenze potrebbe avere un cambiamento ufficiale
degli attuali dogmi religiosi, dovuto al riconoscimento di elementi che
stravolgerebbero in modo radicale la concezione della religione stessa?
Parlando di elementi che possono stravolgere in modo radicale la
concezione religiosa devo innanzitutto dire che la componente
extraterrestre è presente ovunque nei racconti antichi ed è in attesa di
conferme e dimostrazioni.
Se si riuscisse a dimostrare che sono veri i racconti che ci
narrano di presenze aliene accadrebbe in tempi brevi ciò che io penso
accadrà comunque, anche se in tempi più lunghi: le religioni
scomparirebbero nella forma in cui si sono evolute fino ad oggi.
Direi che il rapporto dei credenti con il loro Dio (ipotetico o
reale che sia, questo non lo so) potrebbe anche non cambiare, ma
cambierebbe certamente, e forse cadrebbe, il rapporto con i sistemi di
potere che le varie chiese o gerarchie hanno costruito sulla base del
pensiero religioso che esse stesse hanno formulato e presentato come
indiscutibilmente vero.
Come teorizzano molti archeologi, la civilizzazione e il
progresso del genere umano è stato influenzato dall’esistenza di una
primordiale “Civiltà Madre”, che inevitabilmente è stata parte
fondamentale nell’evoluzione storica e religiosa dell’uomo. Condividi
questa possibilità o ti dissoci da questa teoria?
Penso che la teoria abbia un fondo di verità sufficientemente
documentata che trova conferma anche nei racconti dei popoli del
passato. Ciò che deve essere determinato è la natura di questa civiltà:
era terrestre? Era di origine aliena? Si tratta di una civiltà presente
in origine sul pianeta che poi ha abbandonati per farvi ritorno, una
sorta di ex-terrestri? Era una civiltà diffusa sul pianeta o concentrata
geograficamente in un territorio poi scomparso? Io penso che è bene che
ciascuno faccia il suo mestiere ed allora preferisco parlare di Bibbia
senza sconfinare in ambirti che sono di pertinenza di altri. Dalla
Bibbia ricavo che si trattava di una cultura dotata di conoscenze e
tecnologie inarrivabili per l’uomo e al quale sono state trasmesse in
parte. Una civiltà rappresentata da una gerarchia di individui di cui la
Bibbia ci dà conto quando distingue Elohìm, Malachìm, Nefilìm, Anakìm,
Refaìm, Emìm, Zamzummìm… Individui che si sono divisi il controllo del
pianeta, come ci narrano il libro della Genesi ed il Deuteronomio,
combattendo tra di loro per affermare ed incrementare il loro potere
utilizzando i popoli sottomessi.
E’ possibile che le alte cariche religiose (a prescindere
dalla fede di riferimento) non siano al corrente dell’interferenza
extraterrestre, oppure fanno in modo che i fedeli non ne vengano a
conoscenza per ovvi motivi di carattere economico?
Io credo che il Vaticano stia celando ma che
contemporaneamente si stia preparando al momento in cui il nascondimento
non sarà più possibile.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati
gli incontri di studio sulla vita aliena organizzati dalla Specola
Vaticana e questo ha sicuramente un significato, perché tanto interesse
non può essere casuale.
Il motivo del nascondimento va ricercato proprio in quanto ho
detto poco sopra: se e quando la verità sarà conosciuta cambierà il
rapporto gerarchico tra Chiesa e fedeli in quanto questi ultimi si
porranno domande su quanto fino ad oggi è stato raccontato loro dai
cosiddetti rappresentati di Dio sulla terra. Tra le varie possibilità di
nascondimento spero vivamente che nella immensa biblioteca romana sia
conservato un testo che la Bibbia cita nel libro dei Numeri e che è
ufficialmente scomparso: “Il libro delle guerre di Yahwèh”. Sono
convinto che contenga descrizioni potenzialmente sconvolgenti sui modi
che quell’individuo utilizzava per combattere e che sarebbero
sorprendenti. Ciò che già si ricava infatti dalla Bibbia in nostro
possesso contiene elementi che fanno pensare a modalità inattese per
quei tempi; a tecnologie non compatibili con l’epoca; a conoscenze che
non ci si attenderebbe di trovare nel 2000 o nel 1000 a.C. Di questo e
di altri aspetti torno ad occuparmi nel libro che uscirà a settembre e
che si intitola “Il dio alieno della Bibbia”: circa 400 pagine di
sviluppo di temi decisamente fuori dall’ordinario.
Cosa rappresentano in
realtà i principali profeti, messia, dei o divinità che vengono
quotidianamente adorate in tutto il mondo? Con un riferimento
particolare alla figura di Gesù nella religione Cristiana.
La domanda è molto articolata perché pone assieme figure di varia
natura tra le quali è necessario distinguere provando anche a
semplificare, per non scrivere qui un libro.
Ribadisco che scelgo deliberatamente di rimanere in ambito biblico anche in questa risposta.
Innanzitutto gli dèi sono il frutto delle rielaborazione teologica di figure che erano in realtà individui in carne ed ossa che si distinguevano dall’uomo per capacità, conoscenze e tecnologia: una volta perso il contatto fisico l’uomo ne ha ripensato l’immagine spiritualizzandola.
Va detto che nella Bibbia gli Elohìm non venivano considerati ‘dèi’ nel senso che noi diamo a questo termine e tanto meno erano visti come un ‘dio’ unico, spirituale, trascendente ed universale. Nel nuovo libro dedico un intero capitolo a spiegare come nell’Antico Testamento, contrariamente a ciò che si pensa, non esistesse il concetto del monoteismo.
I profeti erano i portavoce, i rappresentanti di questi individui presso i popoli: era un compito prima affidato ai Malachìm, erroneamente descritti come angeli dalla tradizione religiosa. Il nostro mondo attuale è stracolmo di profeti che si pongono come detentori della verità e come rappresentanti delle nuove forme di “divinità” che l’uomo continuamente si crea per cercare risposte alle sue angosce, prima fra tutte quella della morte. Mi viene da dire che quelli antichi erano decisamente più seri perché quanto meno parlavano in nome e per conto di “individui” realmente esistenti.
Per la figura di Gesù avrei necessità di spazi ben più ampi perché richiede una analisi complessa. Provo a sintetizzare essendo ben consapevole del rischio che ciò comporta e chiedendo scusa in anticipo agli amici che leggeranno. Era uno dei tanti rabbi ebrei del tempo, un predicatore che si riteneva il messia davidico (come altri prima e dopo di lui tra il 150 a.C. ed il 170 d.C.) e che, come gli altri, è stato sconfitto. La rilettura e lo studio filologico delle parole a lui attribuite sulla croce danno conto di questa sua consapevolezza, ma sarebbe lungo qui farne l’analisi: da alcuni mesi ne parlo nelle conferenze che faccio in giro per l’Italia. Paolo di Tarso ne ha ripreso la figura, l’ha completamente stravolta, ne ha cancellato gli elementi tipicamente giudaici rendendola così accettabile da parte del mondo greco-romano pervaso di pensiero ellenistico e soteriologico.
Ribadisco che scelgo deliberatamente di rimanere in ambito biblico anche in questa risposta.
Innanzitutto gli dèi sono il frutto delle rielaborazione teologica di figure che erano in realtà individui in carne ed ossa che si distinguevano dall’uomo per capacità, conoscenze e tecnologia: una volta perso il contatto fisico l’uomo ne ha ripensato l’immagine spiritualizzandola.
Va detto che nella Bibbia gli Elohìm non venivano considerati ‘dèi’ nel senso che noi diamo a questo termine e tanto meno erano visti come un ‘dio’ unico, spirituale, trascendente ed universale. Nel nuovo libro dedico un intero capitolo a spiegare come nell’Antico Testamento, contrariamente a ciò che si pensa, non esistesse il concetto del monoteismo.
I profeti erano i portavoce, i rappresentanti di questi individui presso i popoli: era un compito prima affidato ai Malachìm, erroneamente descritti come angeli dalla tradizione religiosa. Il nostro mondo attuale è stracolmo di profeti che si pongono come detentori della verità e come rappresentanti delle nuove forme di “divinità” che l’uomo continuamente si crea per cercare risposte alle sue angosce, prima fra tutte quella della morte. Mi viene da dire che quelli antichi erano decisamente più seri perché quanto meno parlavano in nome e per conto di “individui” realmente esistenti.
Per la figura di Gesù avrei necessità di spazi ben più ampi perché richiede una analisi complessa. Provo a sintetizzare essendo ben consapevole del rischio che ciò comporta e chiedendo scusa in anticipo agli amici che leggeranno. Era uno dei tanti rabbi ebrei del tempo, un predicatore che si riteneva il messia davidico (come altri prima e dopo di lui tra il 150 a.C. ed il 170 d.C.) e che, come gli altri, è stato sconfitto. La rilettura e lo studio filologico delle parole a lui attribuite sulla croce danno conto di questa sua consapevolezza, ma sarebbe lungo qui farne l’analisi: da alcuni mesi ne parlo nelle conferenze che faccio in giro per l’Italia. Paolo di Tarso ne ha ripreso la figura, l’ha completamente stravolta, ne ha cancellato gli elementi tipicamente giudaici rendendola così accettabile da parte del mondo greco-romano pervaso di pensiero ellenistico e soteriologico.
Gesù è divenuto per l’occidente il Messia più conosciuto e le
trasformazioni che la sua figura ha subito stupirebbero per primo lui
stesso: penso che se tornasse sulla terra avrebbe spesso molte
difficoltà a capire che i suoi seguaci stanno parlando proprio di lui.
Ti ringrazio a nome mio e di tutti i lettori di Italia
Parallela per la gentilissima disponibilità. Ti invito a seguirci sul
nostro sito. Consigliamo a tutti la lettura del tuo libro “IL LIBRO CHE
CAMBIERA’ PER SEMPRE LE NOSTRE IDEE SULLA BIBBIA” (Infinito Editori). Mauro vuoi mandare un saluto a tutti i nostri lettori?
Sono io che ringrazio voi per questo interesse, ringrazio gli
amici che sono arrivati a leggere fino alla fine e ne approfitto per
dire loro che, se vogliono, io sono su FB e su FB c’è anche un gruppo
intitolato al libro, nel quale aggiorno continuamente le date delle
conferenze: magari ci sarà così anche l’occasione di incontrarci di
persona. Mi fa sempre molto piacere.
Un saluto a tutti.
a cura di Giuseppe Di Stadio
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