Maccio non è che un paesino in provincia di Como, accorpato soltanto da
qualche decina d'anni al comune di Villa Guardia. Eppure è proprio nei
piccoli paesi che, spesso, accadono grandi cose.
La chiesa del paese è
ora conosciuta come il Santuario Santissima Trintà Misericordia. Il
motivo? Da tempo l'antico altare di marmo, ad intervalli irregolari,
trasuda acqua. Purissima, del resto: lo confermano le analisi efettuate
dai RIS.
Il parrocco don Luigi Savoldelli, afferma di aver visto
l'acqua sgorgare ogni qualvolta vi si avvicinasse in preghiera
Gioacchino Genovese, il direttore del coro della chiesa, nonchè avvezzo
ad esperienze mistiche da diversi anni.
Genovese però non è un
santo: nonostante parecchie persone vadano in pellegrinaggio anche
presso di lui con le richieste d'aiuto più disparate, la sua risposta è
sempre stata la stessa: occorre pregare ed avere fede per ricevere
l'aiuto di Dio... Perchè lui, in fondo, è solamente un uomo...
In realtà, alcuni gravi malati sono guariti dopo aver pregato assieme a lui: una coincidenza?
Genovese
è un uomo molto schivo di natura e si è negato a qualsiasi tipo di
contatto giornalistico, tuttavia la Curia stessa gli ha imposto il
silenzio in merito alle sue esperienze, dal momento che sta tutt'ora
analizzando il caso.
Chi ha visto l'uomo pregare presso l'altare nel
momento miracoloso, afferma di aver visto scorrere più abbondantemente
l'acqua nei punti in cui egli posava la mano. Una volta terminato il
flusso d'acqua, questa scompare senza lasciare dietro di se alcuna
traccia.
Il marmo dell'altare non è poroso e non presenta fori in
alcun luogo: don Luigi ha recentemente consultato anche l'azienda
Bernasconi di Como, che si era occcupata della costruzione di questo
altare, voluto da don Enrico Verga, che fu parroco di Maccio dal 1974 al
1996.
Dichiara al quotidiano comasco La Provincia: «Ho chiesto
all'impresa che ha costruito il nostro altare [...]se a distanza di
quasi vent'anni potesse uscire dell'acqua: mi è stato riferito che è
praticamente impossibile, a maggior ragione del fatto che l'altare non è
situato all'aperto e quindi non è esposto alle intemperie. Quell'acqua
di cui abbiamo notizia è un altro segno della grazia di Dio in questa
chiesa». Tuttavia a don Luigi non piace definire miracolo quello che sta
accadendo nella sua chiesa, ma un segno della misericordia e della
vicinanza di Dio nei nostri confronti. Nel frattempo si è mosso anche il
CICAP. La risposta? «Non ci sembra il caso di procedere [...] se
dovesse sgorgare sangue, allora ne riparleremo».
©Monica Taddia
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