Nel 2002 i giornali riportano un'incredibile notizia: ricerche condotte nel 2001 dall'archeologa Ada Riccardi, hanno scoperto strane sepolture a Capo Colonna, in provincia di Trani.
I due sepolcri (databili IX-VIII secolo a.C.) ospitano i resti la più piccola di uno e la più grande di tre cadaveri inginocchiati con un masso sopra le spalle: questo metodo, comune a differenti culture, serviva a immobilizzare i defunti per impedir loro di uscire dalla tomba. Entrambi i sepolcri non hanno un corredo funerario. Oltre al sasso i corpi vennero coperti dal terreno e le tumulazioni sigillate con un lastrone di pietra: chiara volontà di impedimento al ritorno tra i vivi.
Queste sono le prime tombe del genere ad essere state ritrovate nel nostro paese.L'area in cui sono stati ritrovati i sepolcri era, in passato, un luogo di culto, come testimonia il monastero ancora visitabile e trasformato in museo.
Negli anni '70 sono stati ritrovati, nella stessa area, reperti delle epoche micenea e tardo ellenica che però non sono mai stati resi noti. Durante l'ultimo scavo però è venuta alla luce una struttura costituita da lastroni infissi nel terreno. Tra i diversi reperti è stato ritrovato inoltre un frammento di ceramica con sopra disegnato un animale a due zampe, con la cresta e la coda di un rettile.
E' inoltre stata ritrovata una fossa circolare dalla funzione ignota al cui interno sono infisse delle pietre verticali. La tomba più piccola si trova fuori dal recinto dell'edificio, la seconda è invece all'interno dello stesso. Il prof. Vito Scattarella del Dipartimento di Zoologia, sezione Antropologia dell'Università di Bari, che si è occupato dello studio dei resti ossei, afferma che il primo individuo sia un maschio adulto, gli altri sono due adulti tra i 20 e i 40 anni ed un ragazzo di 15.
Non vi sono segni traumatici sulle ossa, il che ne esclude una morte violenta. Una curiosità: proprio a Trani, nel 1739, l'arcivescovo Giuseppe Davanzati scrisse il suo trattato "Dissertazione sopra i vampiri".
©Monica Taddia
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