mercoledì 20 marzo 2013

I promessi sposi: una storia vera delle campagne vicentine

Il sottotitolo dell'edizione del 1824 de "I Promessi Sposi", si riferisce ad una storia "scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni". E non a caso: se, spesso, diversi autori hanno utilizzato il pretesto del vecchio manoscritto ritrovato misteriosamente, per dare un tocco di verdicità ai loro racconti, questa volta potrebbe proprio essere successo sul serio.

Pare, infatti, che il "manoscritto" in questione fosse composto dagli atti di un processo, svoltosi tra il 1605 e il 1607 in un piccolo villaggio delle campagne vicentine, Orgiano.
L'imputato, Paolo Orgiano, è un signorotto locale e dispotico che, grazie all'aiuto dei suoi bravi e di un cugino arrogante e violento, riesce ad esercitare un forte dominio sul villaggio, godendo della protezione di uno zio molto temuto e rispettato a livello locale e nobiliare (Settimio Fracanzan).
Paolo si invaghisce di Fiore Bertola, una ragazza che vive sola con la madre vedova, la quale è però già promessa in sposa a Vincenzo, con il quale riuscirà comunque a sposarsi. Ma la notte stessa delle nozze, Oggiano e il cugino inviano i loro bravi a casa di Fiore per rapirla e condurla a palazzo, dove verrà violentata. A proteggere i due ragazzi c'è un frate, Ludovico Oddi, il quale, scatenando le ire dello zio, verrà processato ingiustamente.
Il processo si concluderà con l'incarcerazione dell'Orgiano: «Sententiamo Paolo Orgiano che sia mandato a Venetia et posto nella preggion forte, dove habbi a finir sua vita»
Sembra che Manzoni sia venuto in possesso di questo manoscritto nel 1819, durante un soggiorno veneziano, tramite la sua amicizia Agostino Carlo Rubbi, un'archivista funzionario dell'impero austriaco che soleva occuparsi di segreti giudiziari. Non si tratterebbe, del resto, del primo lavoro letterario dell'autore milanese ispirato ad un atto giudiziario, basti pensare alla "Storia della colonna infame", basata sugli archivi processuali di Casa Verri.
Il processo Orgiano venne portato direttamente davanti al Consiglio dei Dieci, quella che all'epoca era la più grande ed importante tra le Magistrature veneziane. Tutt'oggi l'incartamento è conservato presso l'Archivio di Stato di Venezia
Il parallelismo tra la storia reale e quella manzoniana è stato segnalato nel 1995 dal Niccoli sulla "Rivista storica italiana", mentre la pubblicazione de "Il processo a Paolo Orgiano" è stata edita nella collana  “Fonti per la storia della terraferma veneta” curata da Giorgio Cracco del Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla terraferma veneta.

 ©Monica Taddia

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