La poesia trae origine da una leggenda che si diffuse subito dopo la morte di Carlo Magno. La fantasia popolare medioevale immaginò che il grande Imperator e, l'invitto campione della cristianità, non fosse morto, ma soltanto addormentato, nel cavo segreto di un monte e là attendesse la venuta dell'Anticristo, che è nelle prfezie dell'Apocalissa di San Giovanni, per combattere contro di lui prima della fine del mondo. Era diffusa la persuasione che la fine del mondo dovesse accadere attorno all'anno Mille.
Arturo Graf riprende la leggenda e ci presenta un Carlo Magno che, stanco di vivere, supplica Dio perchè gli conceda infine la morte.
Entro il cavo d'un monte ermo e lontano
en mezzo a un bosco pauroso e folto,
in magico sopor giace sepolto
re Carlo Magno, imperador romano.
Ampia è la grotta: con bizzarro sfarzo
di qua, di là s'ammassano i graniti;
pendono sino al suol le stallattiti,
luccica intorno alle pareti il quarzo.
Siede a una mensa di zaffiro il veglio
di strenua beltà, d'erculee forme;
appoggia ad una man la fronte e dorme;
e aspetta l'ora del fatal risveglio.
Appoggia ad una man la fronte stanca
e aspetta ch'abbia il suo letargo fine;
giù per le spalle gli discorre il crine,
gli casca fino ai piè la barba bianca.
Sovra il suo capo s'accavalla il monte,
vaneggia intorno a lui la gran caverna;
fuma nell'aer cheto una lucerna
e il fulvo raggio gli balena in fronte.
A lui da canto, sulla bruna terra,
splende come una luna il tondo scudo,
manda lampi sanguigni il brando ignudo
che fu sì noto e sì temuto in guerra.
Rombo di vento, o fischio di sampogna,
non può passar del monte la parete;
nella profonda attònita quiete
dorme re Carlo, il sir pregiato, e sogna.
Sogna il tempo che fu, sogna la valle
ampia del Reno e l'inclita Acquisgrana,
sogna la gente ria maomettiana,
sogna Orlando morente a Roncisvalle;
l'Alpi varcate e l'acclamante Roma,
l'ambito onor del rinnovato impero,
la nominanza del regal guerriero,
gli allori cinti sulla giovin chioma.
Sogna il re Carlo, il franco imperatore,
e un'amara stanchezza, un onor muto,
un rimorso d'aver tanto vissuto
l'anima gli urge, gli avviluppa il core.
Sogna, e la mente stanca e sbigottita
gli si dipinge sulla fronte prona,
e la sia voce in un lamento suona:
- Signore Iddio, mi scampa dalla vita! -
Arturo Graf
Immagine: Ritratto di Carlo Magno - Albrecht Durer
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