Si tratta di un leggenda ritrovata in un vecchio testo degli anni Trenta e che, con molta probabilità, è stata reinterpretata in diversi paesi utilizzando nomi locali. Luogodoro non esiste, anche se potrebbe sembrare l'antico nome della regione del Logudoro in Sardegna, ma non sono presenti elementi specifici che possano delineare una zona geografica precisa.
Narra, dunque, la leggenda, che Luogodoro fosse un paesino rurale in cui pace e concordia regnavano incontrastati. L'economia, basata quasi esclusivamente sull'agricoltura e l'allevamento, permetteva alla popolazione di autosostentarsi. Eppure, nonostante questo, i giovani del luogo iniziarono a non essere più felici come prima. Essi iniziarono a desiderare di lasciare la propria terra e conoscere cosa ci fosse "al di là dei monti". Sospiravano, la sera, sognando una vita diversa, foss'anche più difficile ma sicuramente più avventurosa.
Un giorno, all'improvviso, arrivò da un paese lontano un giovane saltimbanco. Si presentò nella piazza del paese proponendo spettacoli di giocoleria, danze e feste. Gli abitanti di Luogodoro erano al settimo cielo: finalmente qualcosa di nuovo stava accadendo. Solamente gli anziani, sconsolati, guardavano da lontano scuotendo la testa. Quel giovane non prometteva nulla di buono.
Fu quello un periodo di continue feste, spettacoli e baldorie. I contadini e gli allevatori si dimenticarono completamente del loro lavoro, lasciando morire le coltivazioni e trascurando il bestiame nelle stalle. Le osterie si riempivano, la chiesa invece si svuotò e le erbacce iniziarono a crescere sul sagrato.
Anche l'armonia che caratterizzava il paese venne a mancare progressivamente. Questo continuo stare allo sbando aveva portato gli abitanti di Luogodoro a vivere in uno stato quasi selvaggio, e cio' si ripercuoteva sugli animi di ognuno.
Finchè, una sera, giunse una donna nella piazza. Era una straniera i cui vestiti denotavano una carica nobiliare piuttosto alta, nonostante la loro semplicità. Si recò verso il sagrato della chiesa e radunò a se i luogodoresi dicendo loro che era giunto il momento di tornare alla vecchia vita. Essi si stavano logorando per inseguire una realtà fittizia: la vita non era fatta solo di piaceri, ma anche di doveri. Solamente un buon equilibrio tra le due cose avrebbe riportato la serenità nelle loro vite. E così accadde. Il giovane saltimbanco venne cacciato e da quel giorno, ogni sera, la popolazione si ritrovò ad ascoltare le belle parole della straniera. Il paese riprese a vivere, la gente era nuovamente felice.
Dopo 44 giorni, la donna annunciò che se ne sarebbe andata, e che quello sarebbe stato il suo ultimo incontro con loro. Fu allora che rivelò la sua vera identità: lei era la Quaresima, e aveva cacciato dal paese il Carnevale con i suoi vizi ed i suoi inganni. Ora che i luogodoresi conoscevano entrambe le situazioni, a loro stava scegliere quale fosse la strada più giusta da seguire. "Se ricorderete i miei insegnamenti", disse la donna prima di andarsene, "nessuno vi negherà di permettervi anche un po' di Carnevale durante l'anno".
E così fu. Ogni anno gli abitanti di Luogodoro ricevettero le visite di Carnevale e della Quaresima, ma mai più si lasciarono trasportare dal vizio, trascurando i loro doveri.
© Monica Taddia
Immagine: Coltivatori di patate - Jean-François Millet
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