martedì 29 ottobre 2013

I monti del Cilento tra fate, streghe, angeli e divinità - parte 2

Continuiamo il nostro viaggio tra i monti del Cilento con una seconda leggenda legata al Santuario della Madonna di Novi Velia, sul Monte Gelbison. Durante l'epoca longobarda, due cavalieri si trovarono a sostare davanti al sacro tempio. Data la bellezza e la sacralità del luogo, uno dei due decise di entrare per rendere omaggio alla Madonna. Il compagno, però, lo schernì: come poteva un guerriero al loro pari abbassarsi ad una simile debolezza? Forse non ebbe nemmeno tempo di terminare la sua beffa:  il cavallo sul quale stava viaggiando s'imbizzarrì improvvisamente, correndo verso l'orlo del precipizio antistante il piazzale.
L'uomo, spaventato, implorò perdono alla Madonna supplicandola di salvargli la vita: il cavallo, allora, si fermò come per miracolo su uno spuntone di roccia, quello che ora chiamano proprio "ciampa del cavallo".
Nel tempo è nata  la tradizione di trarre pronostici attraverso il lancio di sassolini (raccolti lungo il sentiero che porta al santuario) o monete su quella roccia: riuscire a farli fermare senza farli cadere nel dirupo puo' prevedere un futuro matrimonio se la lanciatrice è una ragazza da marito, o il ritorno al santuario l'anno successivo se il tiro fortunato è stato fatto da un uomo anziano.

Sul Monte Cervato, invece, si trova il bellissimo santuario dedicato alla Madonna della Neve. Un giorno un cacciatore decise di seguire il sentiero che porta alla sommità del monte per godere delle bellezze del paesaggio. Mentre sedeva su una roccia, una colombella iniziò a tubare sul ramo di un albero lì vicino. Il cacciatore, dopo un po' di tempo, infastidito, tentò inutilmente di scacciarla, ma questa continuava a fuggirgli beffarda. Iniziò allora a seguirla, indispettito, finchè questa non si disperse tra i rovi. L'uomo non si diede per vinto e proseguì tagliando col suo coltello i rovi che gli si paravano davanti, finchè non si trovò davanti all'imboccatura di una grotta. Entrò e quale fu il suo stupore nel vedere che all'interno della grotta vi era una statua della Madonna ai cui piedi era accoccolata la colombella di poco prima! La grotta divvene ben presto luogo di culto e verso il X secolo, nei suoi pressi, fu costruita anche una cappella. Ogni anno nel periodo estivo vengono celebrate manifestazioni in onore della Madonna della Neve nelle vicine Sanza e Piaggine.
 
Oltre al lato propriamente sacro della zona cilentana, non dobbiamo dimenticare anche quello "profano". Il Cilento è, come del resto gran parte della Campania, terra di janare. E anche di lupi mannari. Un vecchio proverbio, infatti, recita: Chi nasci la notte ‘re Natale nasci maleritto: si è màsculo, addivènta lupo mannaro; si è femmena, addiventa janara pe' ttutta la vita. (Chi nasce la notte di Natale nasce maledetto: se è maschio diventa un lupo mannaro; se è femmina diventa una janara per tutta la vita)
Pare, infatti, che tutte le bambine nate alla mezzanotte in punto del 25 dicembre, conducano una doppia vita. Hanno il potere di trasformarsi in janare, piccoli folletti maligni con gli occhi iniettati di sangue, lunghissimi artigli alle estremità di mani e piedi ed un'ispida pelliccia. In queste sembianze, la notte, si intrufolano nelle camere dei bambini ancora in fasce per nutrirsene affondando i loro lunghi canini nei corpicini ai quali hanno prima barbaramente staccato i quattro arti. Questa pratica crudele puo' essere evitata solo qualora le janare decidano di rapire i bambini per farne i loro servi “ngufenandoli”: i bambini vengono posti sotto un contenitore di vimini su cui vengono appoggiati dei pesi per far si che li schiaccino facendoli rimanere nani.
Gli unici bambini che possono salvarsi sono quelli nati a gennaio (mese della manifestazione divina): da essi le janare sono costrette a stare alla larga, in quanto esseri di puro bene. E' per questo che, in tempi passati, alcune mamme mettevano a dormire, nelle stanze dei neonati, bambini nati durante il primo mese dell'anno.

A Cicerale si dice che coloro nati durante la notte di Natale siano anche provvisti di una piccola coda. Una leggenda locale narra la storia di due bambine che, al ritorno da scuola, decisero di seguire senza esser viste un uomo del paese sul quel circolavano strane voci. Ebbene, una volta giunto in aperta campagna, videro l'uomo chinarsi su se stesso e trasformarsi in un animale peloso dall lunghe zanne. Ovviamente scapparono via impaurite. Sempre a Cicerale sono molti gli anziani che giurano di avere conosciuto bambine con una codina simile a quella di un maialino e uomini con delle vere e proprie code "in miniatura".

© Monica Taddia

Nella foto: la statua della Madonna della Neve sul Monte Cervato.

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