mercoledì 20 marzo 2013

Romeo e Giulietta, una storia tutta... Bolognese

Il grande compositore Gaetano Donizetti, nel 1830 musicò "Imelda de' Lambertazzi", un melodramma tragico in due atti tratto dalla tragedia "Imelda" di Gabiele Sperduti.
L'opera narra la tragica storia di Imelda de' Lambertazzi, ghibellina, morta nel 1275 a causa di uno sfortunato amore per Bonifacio Geremei, figlio dell'illustre famiglia guelfa nemica. Tra le due fazioni già scorreva profondo odio, più volte rinnovatosi a suon di vendette.
La storia dei due giovani è altresì raccontata nella "Storia dei comuni italiani" (Di Paolo Emiliani-Giudici) dove leggiamo "Bonifacio Geremei ed Imelda Lambertazzi si amavano. La mortale nimistà delle loro famiglie sembrava avere siffattamente accresciuto l'amore ne' loro cuori, che la giovinetta consentì ad accogliere in casa propria lo amante. I fratelli, che stavano in aguato, irruppero nella secreta stanza d'Imelda e trafissero Bonifacio. La misera donzella, ch'era fuggita dall'ira dei fratelli, ritornata, si gettò sul moribondo corpo dello amato giovane a suggerne il sangue dalla ferita ; ma perché il ferro era avvelenato, ella non salvò Bonifacio ed uccise se stessa."
Questa storia ci ricorda tantissimo quella di Romeo e Giulietta, e a questo punto la domanda sorge spontanea. E se Shakespeare si fosse ispirato a questa storia, ambientandola però nella più prosaica Verona e avvalendosi di nomi "locali" famosi? Abbiamo infatti notizie di Montecchi e Capuleti già dalle opere di Dante Alighieri, ma non vi è, storicamente, nessuna testimonianza di un tragico amore tra i figli delle due famiglie. Anche se ai tempi tutto cio' sarebbe potuto comunque succedere, passando in sordina per non gettare ulteriori scandali su due "clan" già in cattiva luce per i loro comportamenti belligeranti...

© Monica Taddia
Immagine: Imelda e Bonifacio - Giovanni Pagliarini

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