Monte delle Fate fa parte del gruppo montuoso degli Ausoni,
nell'Antiappennino Laziale. E' una delle più importanti cime, assieme
alla Cima del Nibbio (alta 1152 metri) e il Monte Calvo (1141 metri): di
formazione calcarea, ricco di zone carsiche, raggiunge i 1090 metri
s.l.m. ed è particolarmente appuntito, caratteristica non comune agli
Appennini.
Sulla sua vetta crescono fiori rarissimi, e gli abitanti del
luogo sono pronti a giurare che cio' sia opera delle fate: esse
vivrebbero tutt'ora nelle grotte (non ci è dato sapere quali)
appartenenti al monte. Del resto, più ci si avvicina alla cima, più si
incontrano distese di salvia, pianta a cui tradizionalmente sono molto
affezionate
Quando nella zona ancora erano ben vivi i culti pagani, si
raccontava che le fate vivessero presso i fiume e che la sera si dessero
appuntamento presso le radure tra le sacre querce assieme alle altre
divinità. Con il successivo disboscamento e l'avvento del cristianesimo,
le fate furono costrette ad abbandonare i boschi e a rifugiarsi
all'interno delle grotte, in modo che gli uomini non le potessero
ulteriormente turbare. Idea che venne poi ripresa dai briganti i quali, a
cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, utilizzarono i medesimi luoghi
come rifugio: una leggenda locale vuole che il brigante Gasbaronne,
assieme ai suoi compagni, fosse stato tra i primi ad usufruire di questi
nascondigli naturali.
In realtà, il nome di questo monte deriva da un'altra tradizione,
anch'essa pagana. Gli antichi abitanti del luogo, i Volsci, erano
legati al culto di Diana Tifatina, una delle tre principali divinità
capuane. In lingua osca, Tifata significa “bosco di lecci”, luogo caro
alla dea ed alle sue attività venatorie. Ovviamente, con il passare del
tempo e forte delle “storpiature” dialettali, il nome Monte Tifata è
diventato “Monte da' fata” e, conseguentemente, Monte delle Fate.
Sempre legata al culto di Diana è la processione notturna delle
torce che tutt'ora ha luogo a maggio nel territorio di Sonnino, sebbene
assumendo valenza cristiana. Lo scopo resta comunque invariato:
l'allontanamento delle forze maligne e dei nemici, invocando
l'intercessione della Madonna/Dea.
Nell'agosto dello scorso anno è stata posta sul Monte una statua
della Madonna, a testimoniare quanto ancora gi abitanti del luogo siano
affezionati a questo culto femminile: i tempi cambiano ma le tradizioni,
in un modo o nell'altro, restano...
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