venerdì 22 marzo 2013

Il Passatore di Romagna

passatoreQuando ero piccola non c'era un granchè in casa da ascoltare, a parte le vecchie cassettine e i vecchi 45 giri di mia madre.. Tra queste cassettine girava anche una specie di Greatest hits di Raul Casadei, e c'era una canzone che mi piaceva particolarmente che si chiamava "Il Passatore". Non che io sia una fan di Casadei, mi aveva solo molto colpito la storia...

Si tratta infatti del rifacimento di una vecchia canzone popolare (la versione di Casadei nn l'ho trovata su internet.. e la cassettina è dispersa  per il mondo) che dice:
« Cantato:
Questa è la triste storia di Stefano Pelloni
In tutta la Romagna chiamato il Passatore.
Odiato dai signori, amato dalle folle
Dei cuori femminili incontrastato re.

Parlato:
su Forlimpopoli è scesa la notte
il cielo cupo e pieno di pioggia.
Cantato:
tutta a gente già chiusa in teatro
lungo le mura serpeggia il mistero.
Parlato:
c'è l'intervallo poi s'alza il sipario
si sente un urlo si leva il terrore.
Cantato:
fra dieci uomini in mezzo alla scena
Spunta la sagoma del Passatore.
Questa è la triste storia di Stefano Pelloni
In tutta la Romagna chiamato il Passatore.
Odiato dai signori, amato dalle folle
Dei cuori femminili incontrastato re.
Parlato:
Con un sorriso saluta la folla
Poi guarda i palchi dei ricchi padroni
Cantato:
Li vuole tutti inchinati ai suoi piedi
In compagnia di venti scudoni.
Parlato:
ad uno a uno gli portano i soldi
Nel loro cuore c'è l'odio e il terrore
Cantato:
e una fanciulla dagli occhi di mare
Chiama il Pelloni gettandogli un fiore.
Questa è la triste storia del Passator Cortese
Che sul Lamone un giorno morì per tradimento.
Portato lungo i borghi per farlo disprezzare
Ci fu per lui chi pianse, chi un fiore gli gettò »
Insomma.. una specie di Robin Hood della Romagna.
Stefano Pelloni, detto il Passatore (suo padre di mestiere era traghettatore) fu un famoso brigante della Romagna. Nato in zona Bagnacavallo nel 1824, da giovane seguì le orme lavorativa del padre. Proprio tramte il suo mestiere cominciò a venire in contatto con diversi contrabbandieri, briganti e ladri. Furono di sicuro queste conoscenze a influenzare il suo futuro da brigante.

La leggenda narra però che tutto nacque a causa di una storia d'amore. Stefano Pelloni aveva sedotto una ragazza che, però, aveva come protettore don Antonio Morini, detto don Fiumana, arciprete della Pieve di Cesato. Poichè don Morini non accettava la corte del giovane (in reatà pare avesse interesse personale x la ragazza) cominciò a minacciarlo fino a metterlo alle strette: o avrebbe sposato la ragazza (che era incinta) oppure avrebbe dovuto scontare 3 anni in carcere.
Dovendo scegliere il carcere, una volta evaso riuscì a ritrovare don Morini e lo uccise.
Secondo un'altra versione, invece, tutto accadde x colpa di un incidente: un brutto litigio con un ragazzo, scatenatosi in rissa e finito in sassaiola. Un dramma: l'aggressore del Pelloni venne ucciso, costandogli appunto i 3 anni di carcere.
In ogni caso, dopo essere evaso di prigione (dove sicuramente si trovava x omicidio colposo), diede vita a una banda agguerrita che x tre anni operò nelle Legazioni Pontificie.
La banda occupò interi paesi con lo scopo di saccheggiare le abitazioni dei cittadini più ricchi. Il ricavato di queste azioni, spesso veniva elargito alla popolazione più povera di Romagna.
La canzone popolare trascritta sopra ricorda una delle gesta più celebri del Pelloni, avvenuta a Forlimpopoli il 24 gennaio 1851.
Assieme alla sua banda assaltò l'odierno teatro Verdi durante una rappresentazione: puntarono le armi contro il pubblico, con l'ordine di dare loro un "contributo pecuniario". Nel marzo del 1851, il Passatore venne però tradito da uno dei suoi uomini e rimase ucciso in uno scontro a fuoco con la gendarmeria pontificia che lo trovò nel suo rifiugio, un capanno nei pressi di Russi.
Il mito del Passatore ha riscosso notevole successo in quanto, all'epoca dei fatti, circa il 20% della popolazione romagnola era composta da mendicanti. Questo ci fa capire come si trattasse di paesi particolarmente poveri un brfigante che derubava solamente i ricchi diventava perciò un simbolo, una figura da ammirare.
Certo, non tutte le imprese del brigante e della sua banda sono da ritenere giuste ( e qui potremmo ricordare un giovane di Faenza ucciso, maciullato e ritrovato a pezzi disperso x i campi; oppure il presidente della municipalità di Forlimpopoli, picchiato a sangue...). La stessa sorella del Passatore, Lauretana, disse che le imprese ritenute "eroiche" del fratello non siano mai state mosse da spirito nobile, ma solo x interesse e convenienza.
Lo stesso Giovanni Pascoli lo esaltò in una sua opera: fu suo l'appellativo di Passator Cortese, in quanto, come dicevo più sopra, rubava ai ricchi x dare ai poveri. Sembra però che queste elargizioni venissero fatte esclusivamente x ricevere rifugio o protezione.
Anche Garibaldi in una lettera datata 10-12-1850 dagli Stati Uniti, ne parlava in questo modo: "Le notizie del Passatore sono stupende…….pare fare prodigi. Noi baceremmo il piede di questo bravo italiano che non paventa, in questi tempi di generale paura, di sfidare i dominatori."
Una curiosità: spesso il Passatore viene raffigurato come il classico brigante siciliano, con tanto di trombone: in realtà quest'arma lui non la usò mai.

I connotati ufficiali del Passatore

<p >Per arrestare il Passatore la Legazione di Ravenna aveva provveduto a distribuire in tutta la Romagna, anche se molto generici, i suoi connotati.

...................

Stefano Pelloni, figlio di Girolamo custode del fiume Lamone

DOMICILIATO: in Boncellino

SURNOMATO: Malandri

CONDIZIONE: bracciante

STATURA: giusta

D'ANNI: venti (nato il 24 agosto 1824)

CAPELLI: neri

CIGLIA: idem

OCCHI: castani

FRONTE: spaziosa

NASO: profilato

BOCCA: giusta

COLORE: pallido

VISO: oblungo

MENTO: tondo

BARBA: senza

CORPORATURA: giusta

SEGNI PARTICOLARI: sguardo truce
(identikit tratto da: www.piadinaonline.com)

©Monica Taddia

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