mercoledì 20 marzo 2013

Gli spettri della Rotta a raggi X !

38037191I fantasmi hanno esercitato, esercitano ed eserciteranno sempre un loro particolare fascino, per questo motivo, su questo argomento si è scritto tantissimo.
Tutti ritengono che generalmente l’Inghilterra abbia il maggior numero di fantasmi nei suoi, castelli sui quali aleggiano cupe leggende, o nelle antiche dimore dove gli spettri sono considerati quasi appartenenti alla famiglia.
Gli italiani saranno sorpresi nell’apprendere che nel nostro paese vi sono numerosi manieri, vetuste case e località popolate da eserciti di spiriti, molti dei quali appartenenti al gentil sesso.
In un paese come l’Italia, di così antica civiltà, tanto vario per natura, genti e costumi, esperienze storiche, esiste una miniera inesauribile, affascinante di spiriti di ogni tipo e colore.
I vari libri che parlano di fantasmi, si risolvono quasi sempre in storie convenzionali e risapute, che si ripetono con esigue varianti , in tutti i paesi…affascinanti ma sempre uguali!
Per questo motivo presento in questo articolo, un affascinante ulteriore esempio di fantasmi “poco noti”, che costituiscono il bagaglio spettrale del nostro paese.
In tal senso mi soffermo sui fenomeni di un podere nei pressi di Torino, precisamente parleremo del castello della Rotta.
Questa residenza è considerata un vivaio di spettri; fra quelle mura si aggirano moltissime presenze, maschili e femminili, religiosi e laici. Vagano indisturbati e in piena apparente tranquillità, infatti si lasciano volentieri fotografare, regalandoci una nutrita documentazione fotografica che costituisce una preziosa prova che avvalora l’esistenza di queste entità paranormali. Il maniero ha assorbito l’energia di particolari riti, fatti violenti, ed ancora oggi ne riflette gli echi. Molte persone, ignare di certi fenomeni, durante le visite al castello, hanno spesso avvertito angosciosi sensi di malessere e paura, di colpo cessati una volta abbandonati la struttura.
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Il fantasma più conosciuto del castello è quello di un cavaliere corazzato, con scudo e spada, che cavalca un focoso destriero nel cuore della notte, facendo risuonare distintamente il ritmico battere degli zoccoli sullo sterrato antistante la struttura. Questo spettro è stato scorto varie volte all’esterno del castello quando la luna illumina la campagna. I testimoni affermano che la figura errante, incurante della loro presenza, sarebbe passata loro molto vicino, lasciando intravedere le profonde e scure cavità orbitali nere al posto degli occhi.
Un altro interessante personaggio lo si può notare seduto su un seggiolone nel salone pianoterra. Si tratta di un vescovo vissuto nel secolo XIII. Spesso appare come immerso nella lettura di un poderoso volume, altre volte pare che segua dei profondi pensieri con il mento appoggiato al palmo di una mano.
Altra presenza, meno costante nelle sue manifestazioni visive, vaga per il cortile e si sofferma nel punto dove venne ucciso e decapitato alcuni secoli fa, poi si porta sul fienile dove passeggia a lungo. Indossa un abito lungo composto da una casacca e pantaloni aderenti infilati in stivaletti, cammina lentamente, portando la testa, staccata dal corpo, sul palmo della mano destra. I testimoni assicurano di udire al suo passaggio la frase “Anelo una sepoltura in terra consacrata, così avrà fine il mio vagar”.
Da un balconcino esterno dell’ultimo piano, si può vedere la materializzazione di una donna di mezza età, che vaga da una camera all’altra sospirando di tanto in tanto, un sospiro di rimpianto e di colpa. Pare fosse la nutrice del bimbo dei castellani: sfuggitole venne travolto ed ucciso da un cavallo imbizzarrito. Essa gira senza meta ed ascolta i gemiti del piccolo che si sentono nel cortile. E’ stata vista da molti affacciarsi ad una finestra quando qualcuno bussa al portone, quanti l’hanno vista rimangono colpiti dal fatto che sul suo bianco volto spiccano profonde occhiaie vuote.
Vi è poi il fantasma di una giovane, si distingue nitidamente, indossa un lungo e pesante mantello scuro con cappuccio, dal quale escono ciocche bionde di capelli. Una caratteristica distingue questo fantasma dagli altri: al suo passaggio lascia una gradevole scia di profumo come di gigli e rose. Questo grazioso spettro passa attraverso spessi muri, per riapparire oltre, lasciando il castello e passeggiando tra i campi. Molti automobilisti di passaggio l’hanno notato lungo la provinciale che costeggia il maniero, senza pensare minimamente che si trattasse di un fantasma.

123Questo straordinario maniero ha riservato, una ventina di anni fa, una sorpresa agli studiosi che visitavano la struttura per approfondire in merito alle suddette apparizioni. Appena entrati nel cortile, videro immobili, sotto un rovente sole di luglio, una trentina di persone tra uomini e donne e bambini. Carri agricoli facevano da sfondo, ma ciò che li colpì fu l’atmosfera irreale ed il profondo silenzio che regnava. Dopo aver più volte rivolto la parola a quelle persone sempre ferme come statue, senza avere risposta, videro finalmente un uomo molto anziano staccarsi dal gruppo, avvicinarsi ai visitatori e dare loro delucidazioni sull’edificio. Parlava con voce strana, che pareva risuonare nella mente come una gradevole vibrazione. Erano al cospetto di una manifestazione di massa di fantasmi, perfettamente materializzati, in onore dei visitatori, cacciatori di fantasmi.
Il luogo dove sorge il castello si può considerare, oltre che un polo di forza magnetica, una miniera di energia di forze sconosciute con una mescolanza di vibrazioni e radiazioni non ancora perfettamente studiate e definite.

Giuseppe Di Stadio

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