I
fantasmi hanno esercitato, esercitano ed eserciteranno sempre un loro
particolare fascino, per questo motivo, su questo argomento si è scritto
tantissimo.
Tutti ritengono che generalmente l’Inghilterra abbia il maggior
numero di fantasmi nei suoi, castelli sui quali aleggiano cupe leggende,
o nelle antiche dimore dove gli spettri sono considerati quasi
appartenenti alla famiglia.
Gli italiani saranno sorpresi nell’apprendere che
nel nostro paese vi sono numerosi manieri, vetuste case e località
popolate da eserciti di spiriti, molti dei quali appartenenti al gentil
sesso.
In un paese come l’Italia, di così antica civiltà, tanto vario per
natura, genti e costumi, esperienze storiche, esiste una miniera
inesauribile, affascinante di spiriti di ogni tipo e colore.
I vari libri che parlano di fantasmi, si risolvono quasi sempre in
storie convenzionali e risapute, che si ripetono con esigue varianti ,
in tutti i paesi…affascinanti ma sempre uguali!
Per questo motivo presento in questo articolo, un affascinante
ulteriore esempio di fantasmi “poco noti”, che costituiscono il bagaglio
spettrale del nostro paese.
In tal senso mi soffermo sui fenomeni di un podere nei pressi di Torino, precisamente parleremo del castello della Rotta.
Questa residenza è considerata un vivaio di spettri; fra quelle mura
si aggirano moltissime presenze, maschili e femminili, religiosi e
laici. Vagano indisturbati e in piena apparente tranquillità, infatti si
lasciano volentieri fotografare, regalandoci una nutrita documentazione
fotografica che costituisce una preziosa prova che avvalora l’esistenza
di queste entità paranormali. Il maniero ha assorbito l’energia di
particolari riti, fatti violenti, ed ancora oggi ne riflette gli echi.
Molte persone, ignare di certi fenomeni, durante le visite al castello,
hanno spesso avvertito angosciosi sensi di malessere e paura, di colpo
cessati una volta abbandonati la struttura.
Il fantasma più conosciuto del castello è quello di un cavaliere
corazzato, con scudo e spada, che cavalca un focoso destriero nel cuore
della notte, facendo risuonare distintamente il ritmico battere degli
zoccoli sullo sterrato antistante la struttura. Questo spettro è stato
scorto varie volte all’esterno del castello quando la luna illumina la
campagna. I testimoni affermano che la figura errante, incurante della
loro presenza, sarebbe passata loro molto vicino, lasciando intravedere
le profonde e scure cavità orbitali nere al posto degli occhi.
Un altro interessante personaggio lo si può notare seduto su un
seggiolone nel salone pianoterra. Si tratta di un vescovo vissuto nel
secolo XIII. Spesso appare come immerso nella lettura di un poderoso
volume, altre volte pare che segua dei profondi pensieri con il mento
appoggiato al palmo di una mano.
Altra presenza, meno costante nelle sue manifestazioni visive, vaga
per il cortile e si sofferma nel punto dove venne ucciso e decapitato
alcuni secoli fa, poi si porta sul fienile dove passeggia a lungo.
Indossa un abito lungo composto da una casacca e pantaloni aderenti
infilati in stivaletti, cammina lentamente, portando la testa, staccata
dal corpo, sul palmo della mano destra. I testimoni assicurano di udire
al suo passaggio la frase “Anelo una sepoltura in terra consacrata, così
avrà fine il mio vagar”.
Da un balconcino esterno dell’ultimo piano, si può vedere la
materializzazione di una donna di mezza età, che vaga da una camera
all’altra sospirando di tanto in tanto, un sospiro di rimpianto e di
colpa. Pare fosse la nutrice del bimbo dei castellani: sfuggitole venne
travolto ed ucciso da un cavallo imbizzarrito. Essa gira senza meta ed
ascolta i gemiti del piccolo che si sentono nel cortile. E’ stata vista
da molti affacciarsi ad una finestra quando qualcuno bussa al portone,
quanti l’hanno vista rimangono colpiti dal fatto che sul suo bianco
volto spiccano profonde occhiaie vuote.
Vi è poi il fantasma di una giovane, si distingue nitidamente,
indossa un lungo e pesante mantello scuro con cappuccio, dal quale
escono ciocche bionde di capelli. Una caratteristica distingue questo
fantasma dagli altri: al suo passaggio lascia una gradevole scia di
profumo come di gigli e rose. Questo grazioso spettro passa attraverso
spessi muri, per riapparire oltre, lasciando il castello e passeggiando
tra i campi. Molti automobilisti di passaggio l’hanno notato lungo la
provinciale che costeggia il maniero, senza pensare minimamente che si
trattasse di un fantasma.
Questo straordinario maniero ha riservato, una ventina di anni fa,
una sorpresa agli studiosi che visitavano la struttura per approfondire
in merito alle suddette apparizioni. Appena entrati nel cortile, videro
immobili, sotto un rovente sole di luglio, una trentina di persone tra
uomini e donne e bambini. Carri agricoli facevano da sfondo, ma ciò che
li colpì fu l’atmosfera irreale ed il profondo silenzio che regnava.
Dopo aver più volte rivolto la parola a quelle persone sempre ferme come
statue, senza avere risposta, videro finalmente un uomo molto anziano
staccarsi dal gruppo, avvicinarsi ai visitatori e dare loro
delucidazioni sull’edificio. Parlava con voce strana, che pareva
risuonare nella mente come una gradevole vibrazione. Erano al cospetto
di una manifestazione di massa di fantasmi, perfettamente
materializzati, in onore dei visitatori, cacciatori di fantasmi.
Il luogo dove sorge il castello si può considerare, oltre che un polo
di forza magnetica, una miniera di energia di forze sconosciute con una
mescolanza di vibrazioni e radiazioni non ancora perfettamente studiate
e definite.
Nessun commento:
Posta un commento