Stonehenge ci osserva?




Chi su questo pianeta non conosce o non ha mai sentito parlare di Stonehenge? Per intenderci, il sito neolitico situato nella contea Wiltshire nel Regno Unito, al quale sono state attribuite circa 200 diverse applicazioni e funzionalità. I megaliti che compongono il suddetto “Patrimonio dell’Umanità” dell’UNESCO, sono considerati tutt’oggi uno degli enigmi più discussi della storia dell’archeologia mondiale. Antico calendario celtico, osservatorio astronomico (per il perfetto allineamento dei megaliti con i punti di solstizio ed equinozio), tempio di culti pagani, luogo di iniziazione Wicca? Potremo andare avanti per ore nell’elencare le teorie che gravitano intorno a quest’antica meraviglia architettonica ma oggi focalizziamo la nostra attenzione su una nuova teoria che è posta alla nostra attenzione dallo studioso ricercatore internazionale Matteo Ianneo.
Per i pochi che ancora non conoscessero il dott. Ianneo, specifichiamo che stiamo parlando del primo studioso in Italia e nel mondo che ha portato alla luce, secondo delle teorie personali ed esclusive, gli incredibili volti marziani, mirabili appunto sulla superfice del pianeta rosso del nostro sistema solare. Ma stavolta il dott. Ianneo non ha guardato così lontano da casa nostra. Infatti, come andremo di seguito ad esporvi, secondo i suoi ultimi studi, pare siano riscontrabili, sulla superfice dei blocchi monoliti di Stonhenge una serie di incisioni raffiguranti volti umani o quantomeno umanoidi.
Ad oggi sappiamo con quasi matematica certezza che i blocchi di pietra del sito Inglese, hanno diversa natura geografica. Per le pietre più grandi, in gres, è possibile ipotizzarne un’origine locale di circa 30km di distanza dall’attuale sito. Le pietre più piccole, invece, pare abbiano natura gallese, furono poi successivamente trasportate mediante imbarcazioni solo dopo le operazioni di intaglio.
In tutti i casi, la mano dell’uomo che ha dato origine ai blocchi di Stonehenge è attribuita a popolazioni locali. Nello specifico, come teorizzò John Aubrey, nel 1640, furono i Druidi a concepire il sito. Ma bisogna portare attenzione ad un particolare. I Druidi non erano considerati da tutti sacerdoti e cultori pagani, ma bensì patriarchi biblici. Ma questa teoria non trova reale fondamento incrociando la datazione al carbonio effettuata sui blocchi, che attribuisce la realizzazione di Stonehenge in un periodo di tempo che va dal 3100a.C. al 1600a.C. I Druidi celti, nascono come “figura storica” intorno al 300a.C. Cadono anche le teorie che proclamarono per secoli, Stonehenge, antico tempio romano. Infatti i romani giunsero per la prima volta sulle terre inglesi solo con la psedizione di Cesare nel 55a.C.
Entrando nel dettaglio delle datazioni archeologiche del sito, notiamo la sua costruzione in due diverse epoche storiche. Nel 2500 a.C. abbiamo l’erezione dei monoliti principali. Ma il terrapieno e il fossato sono di epoca precedente (3100 a.C).
Le modalità di costruzione del sito, in particolate deli blocchi centrali ci aiuta a comprenderne la loro lavorazione originale. Infatti, i monoliti, dopo essere stati letteralmente asportati dal fianco dell’altopiano roccioso vicino, venivano posti in posizione orizzontale e intagliati, e, secondo il dott.Ianneo, scolpiti. Solo in un secondo momento, veniva praticato un foro nel terreno, nel quale veniva fatto scorrere il blocco disteso, ed issato mediante funi da numerosi uomini che poi, provvedevano a garantirne la stabilità ricoprendo la parte vuota eccedente nel terreno con piccoli massi o terriccio.
Da un profilo archeologico, non possiamo ad oggi stabilire con certezza se sulla superfice dei blocchi siano realmente presenti delle raffigurazioni di volti umani, ma potremmo valutare la teoria e le leggende che riguardano i rituali astronomico/religiosi dei Druidi. Sappiamo che diversi siti monori, verosimilmente molto comuni a Stonehenge, sono stai rinvenuti in tutto il territorio anglosassone, e numerosi di essi hanno natura lignea. Su alcuni in particolare di essi, nello specifico soprattutti quelli costituiti da assi di legno in sostituzione alle comuni pietre, abbiamo raffigurazioni di scene di vita quotidiana con qualche riferimento a riti religiosi Celti.
Se volessimo azzardare un accostamento, per avvalorare la tesi del dott.Ianneo, con i sopracitati siti minori, potremmo teorizzare dunque che, la natura originaria di Stonehenge resta tutt’oggi ancora ignota (o quantomeno non accertabile con sicurezza matematica) ma che il sito in un secondo momento, circa nel 300 a.C. Sia stato riutilizzato dalle comunità Druide locali per riti di natura religiosa e astronomica, considerando lo spettacolare allineamento della Hell Stone con il sole durante il solstizio d’estate; Durante il giorno più lungo dell’anno, il sole sorge perfettamente dietro la Hell Stone e si osserva dal punto centrale (altare di pietra).
In tutti i casi, se dovessero essere avvalorati ed ufficializzati i risultati sulle incisioni dei blocchi di Stonehenge, potremmo dire che ancora una volta un italiano ha contribuito in maniera straordinaria ad aggiungere un importante tassello nella storia ancora nascosta del nostro passato.
E se così fosse a questo punto dovremmo iniziare a chiederci…di chi potrebbero essere i volti raffigurati?

di Giuseppe Di Stadio

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