Occhio per occhio!

Tra le innumerevoli caratteristiche distintive della civiltà egizia, troviamo al primo posto la simbologia. Attraverso il "geroglifico", rappresentazione grafica di un soggetto o di un evento legato ad esso, la simbologia ha dato voce ad un popolo artistico ed esteta, quale appunto è stata la civiltà delle piramidi e dei faraoni.  Oggi possiamo studiare i simboli egizi analizzando i milioni di reperti rinvenuti nei siti archeologici africani.
Reperti e siti archeologici completamente saturi di riferimenti artistici a divinità o semplicemente ad ordinarie scene di vita reale o di vita quotidiana del popolo.

Paradossalmente, attraverso la loro simbologia, gli egiziani, sono riusciti addirittura a fondere e far convivere insieme, nella stessa rappresentazione artistica, il sacro ed il profano.
L'esempio per eccellenza di questa unione è sicuramente il famoso occhio di Horus.

Chi almeno una volta nella vita, non si è imbattuto, spesso anche inconsapevolmente, in questo straordinario emblema artistico e matematico allo stesso tempo.
Facendo un panoramico sunto introduttivo della storia di Horus possiamo dire che, il Signor Horus o Hor in lingua madre, rappresenta una delle più importanti ed adorate divinità egizie.
Dio - Sole, considerato la rappresentazione in vita del faraone sovrano regnante, allo stesso modo in cui Osiride rappresenta il faraone da defunto.
Il Dio falco Ra è rappresentato spesso con le ali spiegate a simboleggiare la protezione su tutti i sovrani regnanti della dinastia egizia.
Emerso dalle acque primordiali del Nun, Horus fa del sole il suo corpo, divenendo di fatto simbolo di prosperità e di salute.
La storia egizia racconta che l'occhio fu strappato alla divinità in seguito al combattimento tra il Dio-sole e Seth, Dio del male, che vive ed opera sulla Terra, avendo usurpato il potere al legittimo re Osiride, ucciso e tagliato in 14 pezzi.
Le teorie più o meno fondate ed ufficializzate che orbitano intorno la simbologia del famoso occhio, hanno una straordinaria caratteristica, del tutto inusuale quando si parla di mondo antico. Nessuna entra in conflitto con le altre.
Spaziano nei vari campi del sapere, dalla medicina, alla matematica, dall'architettura alla religione, ma senza mai contrastarsi tra di loro, semmai spesso completandosi e dandosi un senso a vicenda.
Ciò che rende affascinante il simbolo in se, è appunto l'armonia che si crea quando si riescono a fondere diversi elementi per dar vita in seguito ad una sola creazione perfetta.
Questo lo possiamo appunto notare in tutte le teorie studiate fino ad oggi. Infatti, nella matematica egizia, le parti componenti l'occhio di Horus, erano utilizzate per comporre frazioni aventi denominatore comune il numero 64.

Il denominatore 64 era utile per rappresentare le unità di misura dei cereali nel raccolto. Sommando le frazioni che costituiscono l'occhio si ottiene 63/64...manca evidentemente 1/64.
Ma la leggenda vuole che l' 1/64 mancante sarebbe apparso solamente grazie ad una magia di Thoth. Se analizziamo la stele di Nebipusesostri, ci accorgiamo che entrambi gli occhi di Horus sono inseriti in un contesto geroglifico che a sua volta rappresenta un'equazione matematica...dove il risultato finale è appunto 0...ecco svelato l'arcano!
Inoltre ad ogni elemento che compone l'occhio corrisponde un senso dell'essere umano. Nel dettaglio:
1/2 rappresenta l'olfatto (forma di naso al lato dell'occhio)
1/4 rappresenta la vista (pupilla)
1/8 rappresenta il pensiero (sopracciglio)
1/16 rappresenta l'udito (freccia che punta verso l'orecchio)
1/32 rappresenta il gusto (germoglio di frumento)
1/64 rappresenta il tatto (piede che tocca terra)
Ma come è arrivato questo simbolo fino ai giorni nostri? Per questo dobbiamo ancora una volta ringraziare il noto faraone Tutankhamon.
E' proprio sulla salma mummificata del faraone, precisamente sotto il 12° strato di bende che lo ricopriva, che gli archeologi, impegnati nell'analisi del sarcofago, hanno rinvenuto un amuleto raffigurante appunto una rappresentazione "stilizzata" dell'occhio.
Per questo motivo, l'occhio, è stato considerato prima di tutto come amuleto. Il prezioso simbolo era inserito nei bendaggi appunto dei defunti, nei papiri e nelle incisioni, in quanto simbolo di rigenerazione e di rinascita. L'amuleto era portato sia da esseri umani sia da animali con l'auspicio di ottenere dal Dio che rappresentava, protezione per se
e per la propria famiglia. In tal senso è possibile addirittura trovarlo all'esterno di qualche abitazione, per proteggerla dai malintenzionati.
Spesso però è possibile imbattersi in due tipologie diverse di rappresentazioni dell'occhio di Ra. Infatti esistono, quasi paradossalmente rappresentazioni sia dell'occhio sinistro, sia dell'occhio destro del dio egizio.
Questo però non ci deve indurre in dubbiose e titubanti riflessioni bensì deve farci rendere conto ancora di più della completezza della simbologia egizia.
Quindi, come per l'occhio destro, anche la rappresentazione dell'occhio sinistro assume un proprio significato simbolico.
Dalle raffigurazioni marmoree dalle incisioni rappresentanti Horus, possiamo notare che l'occhio sinistro è cavo, manca praticamente tutto l'apparato visivo.
Per questo la tradizione vuole che l'occhio destro, perfettamente sano, è l'occhio del Dio che "Tutto vede e soveglia", mentre quello sinistro, cavo e cieco, è l'occhio destinato all'umanità.
Il significato è evidente e palese a tutti coloro che leggono la leggenda. Ancora una volta i due occhi si completano a vicenda. L'occhio cavo necessita di quello sano per poter vedere...e l'occhio sano non avrebbe
senso di esistere senza l'esistenza dell'occhio malato.
Questa è solo una piccola analisi di 1 dei circa 10.000 simboli e geroglifici che oggi sono soggetto di studio da parte degli egittologi, degli archeologi e in alcuni casi anche di qualche ufologo. Infatti le tradizioni egizie riportano di Horus scene ben precise tratte dalla vita del Dio "Ra percorre ogni notte il mondo degli inferi, su di una nave reale, dove naviga lingo il Nilo celeste attraverso la Duat, superando Caos per emergere ancora una volta all'alba, trionfante, protetto dal mostro Apep e Mehen. E' colui che ha creato l'uomo, fu il primo faraone e ha stabilito i costumi della nostra civiltà".
Secondo i dogmi egizi, strettamente legati con le diverse razze aliene ad oggi conosciute, Horus era appunto colui che aveva donato la vita al genere umano e letteralmente "COLUI CHE TUTTO VEDE E SORVEGLIA DALL'ALTO"

Giuseppe Di Stadio

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