L'adorazione del cargo

Nemmeno i migliori azionisti delle più importanti multinazionali industriali, avrebbero una fede talmente forte per il progresso tecnologico.
Cosa accade se una presenza sconosciuta irrompe con imprevedibile drasticità nella tranquilla vita di una comunità che muove i primi passi verso una "civilizzazione" sociale? Che influenza avrebbe un evento simile all'interno degli schemi politico religiosi?
Sono proprio i sorprendenti risultati, generati da un evento simile, che affascinano e fanno riflettere, ormai da anni, gli studiosi e gli antropologi moderni. 1946, Papua Nuova Guinea, i soldati australiani si trovano al cospetto di rurali ricostruzioni dei loro mezzi militari, riprodotte mediante l'utilizzo di materiali semplici presenti in natura come assi di legno e canne di bambù.
Da dove provenissero e chi fossero stati i creatori sembrò subito un inspiegabile mistero. Ma la soluzione si manifestò ben presto sotto i loro occhi.
La tribù dei Vailala, usava raccogliersi in atteggiamenti di adorazione nei pressi dei siti che inglobavano le riproduzioni. Attraverso precisi e prestabiliti riti religiosi, i Vailala, adoravano letteralmente aerei, antenne, torri di controllo fedelmente riprodotte per uno scopo ben preciso: IMITARE.
Era proprio questo lo scopo dei sacerdoti e degli "attori" impegnati in questi riti religiosi, altro non erano che, imitazioni più o meno fedeli dei comportamenti militari osservati nei campi base dei soldati australiani.
L'obbiettivo era semplicissimo. Riuscire a parlare direttamente con Dio attraverso oggetti, o tracciare segni strani su carta per ottenere cibo, armi o beni materiali caduti dal cielo attraverso uccelli metallici che non potevano avere altra natura che quella DIVINA.
Ovviamente tutti noi sappiamo bene che altro non si trattava di rifornimenti paracadutati nelle basi militari a sostegno dei soldati impegnati in guerra. Ma gli indigeni furono fortemente colpiti da tutto questo, al punto da costruire addirittura rudimentali piste di atterraggio per gli attesi Cargo Divini.
Ma gli anni della Seconda Guerra Mondiale sono solo il periodo di massima diffusione del culto del Cargo, infatti questa pratica ha origini ben più remote. I recenti studi su questo fenomeno attestano che i primi focolai nacquero verso la fine del XIX secolo con il noto Movimento Tuka, sulle coste delle isole Fiji nel 1885. Meritevole di una citazione è anche La danza degli Spiriti, particolare evoluzione del culto, nata dal contatto tra le civiltà dei Nativi Americani e gli Anglo Americani, in base alla quale, il capotribù Wovoka della tribù dei Paiute, affermava che praticando una certa danza "gli antenati sarebbero tornati per mezzo della ferrovia e che una nuova terra avrebbe coperto la gente bianca."
Se una religione può avere queste origini, pienamente documentate, non abbiamo modo di escludere, che le religioni in cui crediamo, ne abbiano avute di analoghe. La stessa teoria è ovviamente valevole anche per le antiche civiltà arcaiche in riferimento alla caratteristica omogenea di tutte le religioni conosciute... "Dei venuti dal cielo".

© Giuseppe Di Stadio

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