La geniale pila di Bagdad

Per anni l'Italia si è fatta vanto dell'invenzione del primo generatore statico di energia, grazie al conte, fisico ed inventore Alessandro Volta (1745-1827). Fino all'aprile del 1936, quando la scoperta dell'archeologo tedesco Wilhem Konig, presso il sito di Khuyut Rabbou'a vicino Baghdad, ha stravolto radicalmente la paternità Italiana dell'attuale "batteria".

La zona del sito, era abitata anticamente dalla popolazione dei Parti, antica civiltà che vide il suo massimo splendore tra gli anni 200 a.C. e 200 d.C. Le analisi degli studi di ricerca iracheni, sul manufatto riportato alla luce da Konig confermano una datazione approssimativa intorno al 180 a.C. attribuendo automaticamente ai Parti l'appartenenza di questo geniale congegno.
Ma cosa si trovò precisamente tra le mani l'archeologo tedesco? Il reperto consisteva in un vaso di terracotta alto 15cm, contenente al suo interno un cilindro di rame a fondo chiuso, della lunghezza di circa 9cm. Il cilindro di rame, con un diametro di 26mm circa, a sua volta, conteneva una barretta ossidata di ferro (è interessante sapere che i cilindri di rame usati per la realizzazione di questo congegno venivano altresì usati come contenitori per piccole pergamene). Il tutto era minuziosamente sigillato da un tappo di bitume e asfalto.

La prima domanda che suscitò stupore in Konig fu: "I Parti producevano elettricità 1.600 anni prima dell'invenzione della pila moderna?" E quale prova migliore per verificare questa supposizione se non provare praticamente ad utilizzare il manufatto appena rinvenuto. Applicando semplicemente un elettrolito alla primordiale pseudo pila, quest'ultima funzionò immediatamente come una batteria. Pertanto, il paragone con una pila a secco fu inevitabile.

Molte sperimentazioni pratiche furono eseguite sul cimelio, e tutte le applicazioni trovarono riscontri positivi. Inoltre, fu mostrato all'archeologo, in che modo contenitori simili alla pila di Bagdad, riportati alla luce presso il medesimo sito, potessero generare un maggior quantitativo di elettricità e di conseguenza di intensità luminosa.
Dopo svariate prove incrociate anche lo scettico scienziato francese Henri Broch, dovette accettare e riconoscere l'applicazione principale del manufatto come generatore di energia. Lo stesso Broch, inoltre sollevò una condivisibile affermazione nel dire che, l'invenzione della pila da parte dei Parti purtroppo fu destinata a rimanere isolata e soprattutto senza applicazione pratica. Infatti, l'energia prodotta dal congegno non fu utilizzata per alimentare alcun tipo di macchinario, per il semplice fatto che la "Rivoluzione Industriale" distava ancora circa un migliaio di anni.
Ma come può una popolazione che non ha ancora la concezione di macchina industriale, elettrodomestico, energia elettrica, generatori ed accumulatori, poter sentire il bisogno di approfondire studi al fine di realizzare una rudimentale batteria. Possiamo quindi, annoverare questa prematura invenzione, tra l'innumerevole serie di "esperimenti" nati dalla collaborazione tra la "Civiltà Madre" e gli antichi popoli della Terra?

@Giuseppe Di Stadio

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