Il mistico fascino delle ruote magiche di Big Horn


Tracce di un passato, apparentemente scomparso, ma in realtà di attuale interesse, sono fortemente presenti nei complessi litici nordamericani e canadesi delle cosiddette "ruote magiche". Il simbolismo celato in questi siti, allude ad una conoscenza illimitata che attende solo di essere scoperta, attraverso l'interpretazione della struttura architettonica di ogni sito.


Numerose le teorie degli storici e degli archeologi impegnati nello studio dei complessi. La maggior parte di esse associano le pietre ad antichissime mappe astrologiche, molti invece preferiscono leggere la struttura architettonica sotto forma di sito religioso dove poter comunicare con le divinità celesti, altri infine affermano che si tratterebbe di rappresentazioni filosofiche legate alla mente umana (con chiari riferimenti agli attuali cerchi nel grano e le loro complesse simbologie).
Analizzando i circa conquanta reperti, disseminati in gran parte delle Montagne Rocciose e nelle pianure del Canada centro occidentale, ci soffermeremo in particolare sull'analisi di un sito specifico: il cosidetto Big Horn Medicine Wheel sulla pianura della Medicine Mountain nella catena montuosa del Big Horn. A differenza di quanto si possa pensare, gli studi sulla datazione delle pietre presenti nel complesso litico, attribuiscono i suoi natali alla metà dell XVIII secolo, in tempi decisamente moderni, rispetto alle altre strutture similari disseminate nel nordamerica. Ciò significa che la ruota di Big Horn è la dimostrazione di un perdurare di complesse pratiche mistiche che hanno trovato continuità per parecchi secoli.
Big Horn Medicine Wheel è costituita da un un irregolare tracciato circolare composto da pietre di 25 metri di diametro e da 28 raggi. Questi ultimi, come quelli di una comune ruota, partono dal centro per dirigersi verso il perimetro del tracciato. Soltanto uno dei raggi si prolunga oltre il perimetro per circa 4 metri, terminando con un ammasso di pietre disposte ad U.

L'anello di pietre vene attribuito a numerose popolazione dell'Ovest, quali i Crow, gli Shoshoni, i Cheyenne e gli Arapaho. Ma è proprio ai Cheyenne che la storiografia avvicina maggiormente i natali dei siti. Infatti, il popolo dei nativi americani era usuale cerimoniare con riti di esorcismo, di ringraziamento e soprattutto di danze solari, le festività. In tali occasioni venivano erette strutture in pietra, strettamente legate alle costellazioni e a numerosi altri corpi celesti, destinate all'uso di altari per la celebrazione di turno.
Molto interessante un rapporto risalente al 1922, dell'etnologo Lowie, il quale riporta affermazioni del capotribù dei Corvi Cane Tranquillo, il quale fa riferimento ai mistreriosi siti come "area consacrata ai colloqui con gli spiriti e alla loro visione soprannaturale". Molti fisici hanno preso in considerazione lo studio del Big Horn Medicine Wheel, tra cui il dottor John Eddy, dell'Osservatorio Nazionale del Colorado, il quale giunge ad una straordinaria conclusione.
La teoria che ne deriva è la chiara dimostrazione di un improbabile conoscenza astrale così approfondita dettata esclusivamente dalla mente umana del tempo, nederiva quindi l'influenza esterna della cosiddetta "Civiltà Madre": Osservando il cumulo centrale di pietre disposte nel mezzo del sito, è possibile trovarsi difronte ad un punto azimutale dal quale il sole emergeva al di sopra dell'orizzonte, esattamente nel giorno del solstizio estivo. Nello stesso giorno si poteva assistere al tramonto del disco solare coincidente con un secondo cumulo di pietre periferico. La bisecante tra le due linee immaginarie indicava con esattezza la direzione del meridiano locale. Inoltre uno dei numerosi tumuli di petre consentiva di fissare sull'orizzonte i punti chiave in cui sorgevano sequenzialmente le costellazioni di Aldebaran, Rigel e Sirio.
Per non parlare della straordinaria coincidenza tra il numero di pietre perimetrali e i giorni impiegati da ciascuna levata eliaca delle suddette costellazioni per completarsi, e cioè 28. E' soltanto una casualità o questi circoli di pietre custodiscono realmente uno straordinario sapere astrale, tramandato agli esseri umani da una Civiltà straordinariamente progredita? Resta il fatto che il sito consacrato, resta tutt'oggi meta di preghiere da parte delle tribù dei nativi americani, i quali percepiscono quotidianamente le sottili vibrazioni emanate dalle pietre che interagiscono con le forze della natura circostanti.
Chiudo questo articolo con una citazione letterale del capotribù dei Corvi, Cane Tranquillo, il quale descrive la civiltà che istruì i suoi avi sulla costruzione e sulla simbologia mistica del sito come: "Civiltà che possedeva le proprie cerimonie, il proprio sapere, e le proprie origini risalgono ad un'altra creazione".

Giuseppe Di Stadio

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