Il
castello di Brolio, al centro del Chianti senese, è un castello di
origine longobarda noto per essere sin dal 1141 uno degli avamposti
fiorentini.
Detto anche "sentinella di pietra", a partire dal XII secolo fu dimora
dei Ricasoli da Cacchiano, che continuano ad esserne tutt'oggi i
padroni.
Ed è proprio a questa famiglia che
appartiene uno dei più famosi fantasmi della zona del Chianti. Parliamo
del cavaliere Bettino Ricasoli, il "barone di ferro". Fu un grande
politico toscano, nonchè secondo presidente del consiglio del Regno
d'Italia, successore di Cavour. E fu proprio lui ad affidare
all'architetto Marchetti la ristrutturazione del castello, seguendo lo
stile neo gotico dell'Ottocento.
In vita irruento e dispotico (da qui il suo soprannome), già subito dopo la sua morte il barone non si fece scrupoli nell''annunciare la sua presenza. Scrive, ad esempio, Alessandro Orlandini: "Ora poi, quando morì, nel castello lo rivedevano continuamente. Dice c'era una tavola apparecchiata che non ci stava apparecchiata. L'apparecchiavano e brumm! Gli buttava in terra ogni cosa."
E non solo. Pare continuasse a dormire nel suo letto, che ogni mattina veniva trovato disfatto, dedicandosi al piacere del sigaro prima di distendersi, dal momento che sul comodino, spesso, veniva ritrovato qualche mozzicone.
C'è chi dice di averlo visto nelle notti di luna piena, chi invece nelle notti di tempesta, fatto sta che, al calar delle tenebre, nelle campagne circostanti il castello, si aggira ancor oggi ancora il fantasma del cavaliere, in groppa al suo destriero, avvolto in un nero mantello e con al seguito una muta di cani da caccia. A volte corre al galoppo, sparendo tra i boschi o andando a dissolversi nei muri del castello. Il passo del suo cavallo eccheggerebbe tutt'ora nelle stanze.
Altri ancora giurano di sentire un suono di flauto provenire dal castello. E chi potrebbere esserne l'esecutore se non il barone?
In vita irruento e dispotico (da qui il suo soprannome), già subito dopo la sua morte il barone non si fece scrupoli nell''annunciare la sua presenza. Scrive, ad esempio, Alessandro Orlandini: "Ora poi, quando morì, nel castello lo rivedevano continuamente. Dice c'era una tavola apparecchiata che non ci stava apparecchiata. L'apparecchiavano e brumm! Gli buttava in terra ogni cosa."
E non solo. Pare continuasse a dormire nel suo letto, che ogni mattina veniva trovato disfatto, dedicandosi al piacere del sigaro prima di distendersi, dal momento che sul comodino, spesso, veniva ritrovato qualche mozzicone.
C'è chi dice di averlo visto nelle notti di luna piena, chi invece nelle notti di tempesta, fatto sta che, al calar delle tenebre, nelle campagne circostanti il castello, si aggira ancor oggi ancora il fantasma del cavaliere, in groppa al suo destriero, avvolto in un nero mantello e con al seguito una muta di cani da caccia. A volte corre al galoppo, sparendo tra i boschi o andando a dissolversi nei muri del castello. Il passo del suo cavallo eccheggerebbe tutt'ora nelle stanze.
Altri ancora giurano di sentire un suono di flauto provenire dal castello. E chi potrebbere esserne l'esecutore se non il barone?
©Monica Taddia
Immagine: Ritratto di Bettino Ricasoli - R. Sernesi
Immagine: Ritratto di Bettino Ricasoli - R. Sernesi
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